(turco Sinop) Cittadina della Turchia settentrionale, sul Mar Nero, capoluogo della provincia omonima.
Colonizzata dai Milesi intorno al 630, fondò a sua volta colonie: Trapezunte, Cerasunte, Cotiora. Nel 440 Pericle vi stabilì 600 coloni ateniesi. Nel 380 circa fu occupata dai Persiani, poi da Alessandro Magno; alleata di Rodi, ne ebbe soccorso contro le iniziative espansionistiche dei re del Ponto che se ne impadronirono (183) facendone la capitale della regione. Liberata da Lucullo nel 70, sotto Cesare divenne colonia Iulia Felix. Nella provincia di Ponto e Bitinia, poi di Ponto e Paflagonia, S. rimase florida a lungo. Sotto Bisanzio sino al 1204, dopo una breve dominazione latina passò ai Selgiuchidi (1214-1461), poi ai Turchi.
In arte, l’ocra rossa con forte percentuale di ossido ferrico è chiamata sinopia o terra di S., perché, secondo gli antichi (Plinio, Nat. hist.) fu trovata per la prima volta nel Ponto e prese, quindi, il nome dalla città. Nel suo trattato C. Cennini chiama sinopia la terra rossa usata nell’affresco per tracciare sull’arriccio i disegni preparatori; con questo significato il termine è entrato in uso in Italia per indicare tale disegno preparatorio, in uso nel Medioevo fino al 15° sec., eseguito anche in varie qualità di bruni e di terre verdi, che in alcuni casi è reso visibile dal procedimento di distacco degli affreschi.