speleologia Scienza che studia le grotte e le caverne naturali, la loro origine ed evoluzione, i fenomeni fisici, biologici e antropici che vi si svolgono e le attività connesse con la loro esplorazione. Come scienza la s. si è da tempo organizzata in modo autonomo e inquadra organicamente un complesso di acquisizioni alla cui elaborazione concorrono molte discipline come la geografia fisica, la geologia, l’idrologia sotterranea, la mineralogia, la meteorologia, la paleontologia, la petrografia, la zoologia, la botanica, la microbiologia, l’antropologia, la paletnologia, il folclore. Pertanto, data la complessità, vastità e varietà del suo campo di indagine, la s. si distingue in s. fisica (in cui convergono: la speleografia, che comprende tutto il lavoro di documentazione, rilievo topografico, fotografie, descrizione di concrezioni, stratificazioni ecc. che può essere effettuato durante l’esplorazione di una grotta; la speleomorfologia, che studia le forme delle cavità sotterranee in relazione con la loro genesi ed evoluzione; la speleoidrologia, avente per oggetto i modi e le leggi che regolano la circolazione idrica sotterranea; la speleometeorologia, che studia il clima delle grotte, nonché i movimenti dell’aria stessa e gli scambi con l’esterno); s. antropica (che raccoglie le discipline collegate con la presenza ‒ passata o attuale ‒ nelle grotte dell’uomo e di altre specie animali, articolandosi nella speleopaleontologia, che studia i reperti fossili delle caverne, inclusi i resti umani, e nella speleopaletnologia, che ha per oggetto i resti dell’industria umana rinvenuti nelle cavità naturali, e inoltre le tradizioni popolari e i culti a esse collegati); in s. biologica (o speleobiologia o biospeleologia), che studia le forme e le condizioni di vita attuale nelle grotte e nelle acque sotterranee. Quest’ultima disciplina si distingue in speleozoologia, cha studia la fauna cavernicola, e in speleobotanica, che studia le piante cavernicole. Le piante di questi ambienti non presentano forme specializzate, troglobie; si tratta al contrario di specie, in maggioranza tallofitiche, che vivono anche in altri ambienti, solitamente molto ombrosi: cianobatteri, alghe, funghi, licheni, muschi, epatiche, rare felci e fanerogame. I vegetali con clorofilla sono limitati al primo tratto delle caverne, dove si ha ancora luce sufficiente alla fotosintesi, che però è molto ridotta, come dimostra l’aspetto di queste piante (dimensioni ridotte, tessuti delicati ecc.), le quali di rado riescono a fiorire; i licheni si inoltrano di solito meno profondamente dei muschi e nei tratti più interni delle caverne si dissolvono in una patina polverulenta; i funghi si addentrano fino nelle più oscure profondità; tra essi sono notevoli le Laboulbeniali che vivono da parassiti su vari insetti cavernicoli. Da rilevare che le caverne, per il loro particolare microclima (temperatura più uniforme, umidità elevata e costante), rappresentano, nei monti dell’Europa, stazioni di rifugio per alcune specie atlantiche, per es. alcuni muschi. Per la speleofauna (o fauna spelea) ➔ cavernicola, fauna
La s. scientifica si realizza principalmente attraverso apposite istituzioni, presenti in vari paesi, come il Laboratoire souterrain del Centre national de la recherche scientifique in Francia e l’Istituto di speleologia E. Racovitza in Romania, ma è anche ovviamente dispersa nelle sedi di ricerca delle singole branche. Esistono molti periodici specializzati pubblicati da istituti, società o gruppi speleologici (tra i più rilevanti a livello internazionale: Speleological abstracts; International journal of speleology; Bulletin of the national speleological society) e vengono regolarmente convocati congressi e simposi a carattere nazionale e internazionale.