Trani Comune della prov. di Barletta-Andria-T. (102,1 km2 con 55.405 ab. nel 2020), lungo la costa. È costituito di due parti, una medievale, a ridosso del porto, con vie strette e tortuose, e una moderna, dalla pianta a scacchiera, sviluppatasi più all’interno. È ricca di industrie: accanto a quella tradizionale dell’estrazione e lavorazione della pietra di T., ve ne sono calzaturiere, dell’abbigliamento, metalmeccaniche e del legno. Turismo balneare.
Fondata forse nel 4° sec., acquistò importanza dopo la distruzione di Canosa da parte dei Saraceni (9° sec.). Disputata da Bizantini, Goti, Longobardi, fu poi presa dai Bizantini. Conquistata da Pietro d’Altavilla, fu definitivamente unita nel 1139 alla monarchia normanna. Federico II ampliò i privilegi antichi (1215) e fece costruire il castello. Durante il dominio angioino la città soffrì di pesanti esazioni e per un lungo contrasto con la Repubblica veneta. Arresasi a Luigi d’Ungheria (1348), poi a Giovanna I e a Luigi di Taranto, passò a Roberto d’Angiò e poi al regio demanio. Passata ad Alberico da Barbiano e al figlio Manfredo fino al 1409, fu poi assegnata a Giacomo Attendolo Sforza e al figlio Francesco, infine a Sergianni Caracciolo (1425). Mutò spesso parte nella lotta tra Angioini e Aragonesi. Durante le guerre d’Italia passò più volte dall’uno all’altro e con la pace di Bologna (1530) fu data a Carlo V. Occupata dai Francesi (1799), dopo il ritorno dei Borbone continuò a essere un centro del liberalismo e della propaganda nazionale.
Il monumento principale di T. è la cattedrale (S. Nicola Pellegrino, 12° sec.), adorna di notevoli sculture nel portale maggiore e dell’altissimo campanile.