Nella tecnica delle comunicazioni, attributo («senza fili») con il quale si fa riferimento a una connessione tra due o più dispositivi (per es. un computer e una stampante, più computer tra loro, un microfono e il mixer) realizzata via radio e che non richiede, pertanto, un cavo o altro collegamento fisico.
Negli ultimi venti anni la tecnologia w. è stata adottata nell’informatica per creare reti locali senza fili (WLAN, Wireless Local Area Network) risparmiando l’ingombro di cavi delle reti cablate (LAN, Local Area Network), aumentando la mobilità dei dispositivi elettronici e facilitando la loro connessione a Internet.Le reti WLAN a breve raggio, dette PAN (Personal Area Network) permettono il funzionamento di periferiche (mouse, tastiere, stampanti, auricolari ecc.) e lo scambio di dati in un’area in genere inferiore ai 10 metri. Il bluetooth, uno standard tecnologico che usa onde radio brevi per connettere dispositivi come periferiche, computer portatili e cellulari, è oggi la specifica PAN più diffusa. Dal 1999 è sviluppata dalla Bluetooth Special Interest Group (SIG), un’associazione di oltre 14.000 compagnie che operano nel settore delle telecomunicazioni guidata da Ericsson, Intel, Lenovo, Microsoft, Motorola, Nokia e Toshiba. Le reti WLAN propriamente dette sfruttano frequenze di 2.4, 3.6 e 5 GHz e sono basate sulle specifiche dello standard IEEE 802.11 stabilite dallo Institute of Electrical and Electronics Engineers. Problemi di interoperabilità fra i dispositivi hanno spinto diverse compagnie, fra cui 3Co, Motorola, Sony, Apple e Panasonic, a costituire la WECA (Wireless Ethernet Compatibility Alliance), dal 2002 nota come Wi-Fi Alliance. L’associazione promuove la tecnologia WLAN e certifica la conformità dei prodotti delle oltre 350 aziende membre agli standard di compatibilità e sicurezza stabiliti dal gruppo, permettendo loro di applicare il logo Wi-Fi ai dispositivi testati.Le reti w. sono sfruttate soprattutto per connettere un dispositivo mobile dotato di scheda Wi-Fi (computer portatile, tablet, e-reader, smartphone ecc.) al web tramite una stazione ricetrasmittente (spesso un router) collegato via cavo a Internet (access point o hotspot). L’area coperta dal segnale può essere ampliata a una superficie di qualche chilometro quadrato attraverso l’interconnessione di diversi hotspots dislocati sul territorio. Gli access points sono privati (domestici e aziendali) o pubblici (stazioni, aeroporti, alberghi, ristoranti ecc.), a pagamento o gratuiti. La prima rete Internet w. fu creata nel 1994 nel campus della Carnegie Mellon University di Pittsburgh (USA) e la prima città statunitense a offrire una copertura Wi-Fi estesa fu Sunnyvale, California, nel 2005.Lo standard IEEE 802.16 è invece adottato dalle reti w. a banda larga MAN (Metropolitan Area Network). La tecnologia di questo tipo più diffusa è la WiMAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access), sviluppata dal 2001 dal WiMAX Forum per coprire aree più estese rispetto al Wi-Fi. Le reti w. WAN (Wide Area Network) permettono di trasferire dati a grande distanza (nazionale o globale) attraverso le reti di telefonia cellulare.La possibilità di intercettare un segnale rende una rete senza fili più vulnerabile di una cablata. L’uso di un firewall e di protocolli di cifratura (come il WEP o i più sicuri WPA o WPA2) sono quindi necessari per proteggere dalle intrusioni questi sistemi di comunicazione.Il w. è sempre più diffuso e implementato nei dispositivi elettronici nonostante le controversie circa il suo eventuale impatto sulla salute e le limitazioni di cui soffre in alcuni paesi. In Italia il decreto Pisanu del 2006 è stato visto come una forte penalizzazione per lo sviluppo del Wi-Fi, ma la sua mancata proroga ha liberalizzato il settore a partire dal 2011.