Acido monocarbossilico contenente il nucleo eterociclico dell’indolo, formula
si ottiene, analogamente alla sua ammide, o ergina, per idrolisi degli alcaloidi degli sclerozi della segala cornuta (Claviceps purpurea), che sono tutti derivati dell’acido lisergico.
Tra i derivati di sintesi dell’acido l. occorre citare in primo luogo la dietilammide (o LSD), sintetizzata nel 1938 da A. Hofmann, che nel 1943 ne individuò i particolari effetti. Essa è attiva nella forma destrogira, a dosi minime, dell’ordine dei milionesimi di g, con effetti neurologici (iperriflessia spinale), neurovegetativi, per azione sull’ipotalamo e sul bulbo (aumento della pressione arteriosa, del respiro e del metabolismo basale; iperglicemia, oliguria ecc.), elettroencefalografici (attività elettrica parossistica a livello delle circonvoluzioni dell’ippocampo e dell’amigdala) e psichici; questi ultimi consistono in variazioni del tono dell’umore, con euforia, allucinazioni visive e deformazioni delle figure, alterazioni dello schema corporeo, fenomeni di depersonalizzazione e di derealizzazione, rallentamento del pensiero, orientamenti paranoidi interpretativi, l’insorgenza di eventuali reazioni avverse (bad trip) dipendendo da errori nel dosaggio, dal set (stato emotivo soggettivo) e dal setting (contesto ambientale). Introdotta in psicoterapia intorno alla metà degli anni Cinquanta allo scopo di mobilitare il materiale inconscio e di facilitare l’esplorazione (➔ anche psicolisi), in quanto erroneamente ritenuta in possesso di un’azione psicotomimetica (cioè in grado di provocare lo sviluppo di stati analoghi a quelli osservabili nelle psicosi), il suo uso in tale ambito è stato aspramente criticato e successivamente interrotto. Le stesse proprietà, unite alla facilità della sua sintesi e alle difficoltà della sua individuazione, ne hanno fatto dalla metà degli anni Sessanta una droga stupefacente di uso molto diffuso e il cui impiego è stato a lungo ritenuto molto insidioso per i suoi effetti immediati e tardivi, quali fenomeni di depersonalizzazione e di derealizzazione, attività paranoidi indotte dalla sua assunzione, essendo additati come conseguenze dell’uso protratto mutamenti permanenti della personalità psichica, con scardinamento della scala dei valori morali e inaridimento degli interessi. A partire dagli anni Novanta alcuni studi pubblicati in Germania e negli Stati Uniti hanno comunque evidenziato un possibile impiego della dietilammide in ambito psichiatrico, segnatamente contro la depressione, nel trattamento dell’alcolismo e nella riduzione dei livelli d’ansia in pazienti terminali, mentre secondo ricerche sperimentali condotte dagli anni Duemila la pratica in via di diffusione del "microdosaggio psichedelico" si sarebbe dimostrata di una certa efficacia nell’aumentare le capacità decisionali e organizzative in ambito professionale, stimolando inoltre processi creativi e relazioni sociali.
L’altro derivato di sintesi dell’acido l., la monoetilammide, induce effetti analoghi, ma è molto meno attiva della precedente, determinando soprattutto un rallentamento psicomotorio.