Scultori francesi (Anne, nata Houllevigue, n. Marsiglia 1942; Patrick, n. Nantes 1942). I P. hanno affrontato una ricerca che ha come motivi costanti architettura, archeologia e mitologia, metafore della memoria e strumenti per indagare un mondo spazio-temporale fisicamente percepibile e i suoi rapporti con il più imperscrutabile mondo dell'inconscio.
Hanno studiato all'École superieure des arts décoratifs di Parigi e, vincitori del Prix de Rome, hanno soggiornato a lungo (1967-70) a Roma presso l'Accademia francese di Villa Medici. La loro ricerca, che usa tecniche e materiali diversi, dal disegno alla fotografia, dal calco alla raccolta di oggetti, dalla scultura al video, ha come motivo costante la riflessione sul tempo e sui suoi effetti rovinosi, sulla memoria e la conoscenza delle culture quale vitale risorsa per indagare, comprendere e conservare un mondo spazio-temporale fisicamente percepibile in frantumi e i suoi rapporti con il più imperscrutabile mondo dell'inconscio. In una sorta di archeologia parallela, con calchi di carta giapponese, fotografie, ricerche d'archivio, i due artisti hanno rilevato frammenti e rovine di siti archeologici, contemporanei o immaginari, dalla prima indagine su Villa Medici del 1971 (Parigi, Musée national d'art moderne, un minuzioso catalogo della villa, costituito da 10 erme - calchi in carta giapponese contenuti sottovetro in casse di legno -, 10 fotografie su porcellana e 10 erbari ) e i lavori successivi su Ostia Antica (1972) e sulla Domus Aurea (1975-77), alle città fantastiche ispirate a Borges o a racconti mitologici. Opere monumentali in marmo e bronzo, statue o elementi architettonici in frantumi (La morte di Efialte, 1982, coll. G. Gori, Fattoria di Celle; Giove e Encelado, 1982-83, Antibes, Musée Picasso), le foto di grandi dimensioni degli anni Novanta (nature morte di oggetti, parole incise su petali), le complesse installazioni come The shadow of Gradiva: a last excavation campaign through the collections of the Getty Center (Los Angeles, 1999-2000) sottolineano ancora il tema della fragilità, dell'effimero, della violenza e la necessità del ricordare. Tra le opere più recenti: Danger zone (2001); L'âme du voyageur endormi (2004); La fabbrica della memoria (2006); Il labirinto della memoria (2007), installazione di specchio progettata per il festival Filosofia e l'atrio del Palazzo dei Musei di Modena.