Kiefer ⟨kìifër⟩, Anselm. - Pittore tedesco (n. Donaueschingen, Baden - Württemberg, 1945). Attraverso la sua ricerca artistica, molto elaborata e spesso tormentata, ha indagato nella storia e nel mito. Le sue opere pittoriche, frutto di una lunga e lenta elaborazione, appaiono spesse e aspre, fatte di tinte cupe e terrose, crettature, sfogliamenti e stratificazioni, e l'inserimento di materiali eterogenei ne accentua l'idea di tridimensionalità.
Intrapresi nel 1965 gli studi di giurisprudenza presso l'università Albert Ludwig di Friburgo, già dal 1966 si dedicò alla pittura, prima frequentando i corsi di P. Dreher alla Staatliche Hochschule der Bildenden Künste, poi nel 1969 studiando alla Kunstakademie di Karlsruhe con H. Antes, e dal 1970 al 1972 a Düsseldorf come allievo di J. Beuys. Con quest'ultimo artista ha condiviso, oltre al concetto d'arte come strumento di catarsi, la scelta dei materiali poveri e delle cose umili. Fino al 1993 ha vissuto e lavorato a Buchen in Germania, per poi trasferirsi a Barjac, in Francia, e infine a Parigi.
Ha incentrato le sue ricerche inizialmente su temi ispirati alla letteratura tedesca romantica e alla storia della Germania tra le due guerre, utilizzando spesso la fotografia sia come supporto di dipinti sia come mezzo espressivo autonomo. Si è imposto all'attenzione del pubblico in particolare con la sua performance nel ciclo Besetzungen (Occupazioni, 1969), le cui immagini sono divenute la base per la sua prima grande esposizione. A partire dal 1974 ha eseguito grandi tele, ottenute sovrapponendo spessi strati di colore e lacca. Dalla seconda metà degli anni Settanta ha trattato, con un violento linguaggio di tipo materico-gestuale, tematiche paesaggistiche, vicine all'astrazione, spesso unite a parole o frasi dipinte, utilizzando il colore accanto a materiali diversi ed eterogenei, su supporti di diverso tipo come tele, lastre di piombo, carta stampata. Nel 1980, nel padiglione tedesco della Biennale di Venezia, ha esposto il ciclo Verbrennen-Verholzen-Versenken-Versanden. Ha realizzato inoltre libri d'arte in cui unisce al testo dipinti, fotografie e collages. Ha presentato la sua opera in importanti rassegne periodiche come Documenta di Kassel (1977, 1982, 1987) e la Biennale di Venezia (1997), oltre che in numerose mostre personali all'estero e in Italia, tra le quali si ricordano: Anselm Kiefer (1991, Berlino, Neue Galerie); Melancholia (1993, Tokyo, Sezon Museum); Anselm Kiefer. Works on paper 1969-1993 (1998-99, New York, Metropolitan museum of art); Keifer e Mao (2008, Milano, Triennale Bovisa), Karfunkelfee (2009, Londra, White cube Mason's yard), The fertile crescent (2009, Londra, White cube Hoxton square), Art and myth (2010, Humlebaek, Danimarca, Louisiana museum of modern art), Europa (2010, Postdam, Villa Schöningen), Des Meeres und der Liebe Wellen (2011, Londra, White cube Hoxton square), Der Fruchbare Halbmond - La Mezzaluna fertile (2012, Milano, Galleria Rumma), Anselm Kiefer (2014, Londra, Royal Academy), Anselm Kiefer pour Paul Celant (2021, Parigi, Grand Palais Éphémère) e la personale Voglio vedere le mie montagne - für Giovanni Segantini (2023, Napoli, Galleria Lia Rumma). Tra le sue realizzazioni: le scenografie per Elektra di R. Strauss (2003, Napoli, Teatro S. Carlo) e le installazioni Sette palazzi celesti (2004, Milano, Hangar Bicocca), Aperiatur Terra (2007, Londra, White Cube Mason's Yard), Jericho (2007, Londra, Royal Academy Annenberg Courtyard), Palmsonntag (2010, Toronto, Art gallery of Ontario) ; delle sue opere più recenti si segnalano Morgenthau (2015), Superstrings, Runes, The Norns, Gordian Knot (2019) e l'installazione site-specific esposta nel 2022 al Palazzo Ducale di Venezia. Premio Feltrinelli per la pittura 2023.