Nomo della Grecia meridionale (4419 km2 con 89.069 ab. nel 2006), nel Peloponneso centrale, che coincide approssimativamente con l’antica regione storica; capoluogo Tripoli. Territorio montuoso (catena del Parnone a E, del Liceo a O, del Taigeto a S) e clima aspro determinano un’economia quasi esclusivamente silvo-pastorale. Nel cuore della regione, dove sorge il capoluogo, vi è la limitata pianura di Tegea, coltivata a cereali e vite. Il nomo è traversato a S dalla ferrovia Meligala-Argo.
Molte città dell’antica regione, abitata dagli Arcadi, sono già nominate in Omero. Entrata nel sec. 6° a.C. nell’orbita di Sparta, l’A. vi rimase fino a quando, dopo la battaglia di Leuttra (371), si costituì una Lega arcadica accentrata in Megalopoli, fondata da Epaminonda. Presto cominciarono le discordie; dopo torbidi e lotte Megalopoli si appoggiò a Filippo di Macedonia e la Lega arcadica non si ricostituì più. Autonoma dal 297, l’A. nel 276 cadde sotto l’egemonia macedonica e dopo la metà del 3° sec. a.C. la massima parte di essa entrò nella Lega achea. Conquistata dai Romani, nel sec. 4° d.C. fu percorsa dai Goti e nel 7° invasa dagli Slavi. Nel 1205, con la conquista latina della Morea, l’A., con il nome di Mesarea, tornò a emergere. Nel 1320 Andronico Paleologo Asan, nipote dell’imperatore bizantino Andronico II, tolse quasi tutta l’A. ai Latini, annettendola al despotato di Morea. Nel 1458 fu conquistata dai Turchi che vi rimasero sino al 1822, cacciati dalla rivoluzione nazionale.
Si definisce arcado-cipriota l’unità linguistica degli antichi dialetti greci dell’A. e di Cipro, che presentano molti caratteri comuni. La loro separazione geografica è attribuita all’invasione dorica che sommerse le preesistenti popolazioni delle isole intermedie e del Peloponneso, eccetto quelle dei monti arcadi. L’arcado-cipriota ha qualche carattere in comune con l’eolico e con lo ionico-attico, ma soprattutto con il panfilico, così da formare con questo un’unità che è detta achea.