Seconda lettera dell’alfabeto latino.
Deriva dal beta greco (B), che rappresenta il bēt fenicio, con stesso valore fonetico. L’uso di B con valore di v (e della sua modificazione Ƃ con valore di b) nell’alfabeto cirillico deriva dalla pronunzia medievale (e moderna) del β greco come v, in seguito a uno sviluppo che si riscontra anche in altre lingue e tra l’altro (per la b in posizione intervocalica) nel latino dell’età imperiale. La sua forma nell’antico alfabeto fenicio era ɠ. Dalla forma fenicia, mutata la direzione verso destra, derivano i caratteri degli alfabeti greci e quindi del latino; dalla B maiuscola latina derivano le varie forme della minuscola, prima nella scrittura romana minuscola, poi nelle diverse scritture medievali e moderne.
La lettera italiana b rappresenta la consonante esplosiva bilabiale sonora [b], la cui pronunzia richiede una chiusura e riapertura delle labbra. La b nei vari contesti fonetici possibili conserva costantemente la sua articolazione tipica, che può apparire rafforzata fra vocali o in condizioni di raddoppiamento (➔) sintattico. astronomia
Classe spettrale di stelle, suddivisa in 10 sottoclassi, da B0 a B9.
B è simbolo del boro.
B è simbolo dell’induzione magnetica. In fisica delle particelle elementari, b indica uno dei sapori (flavours) dei quark (detto anche bellezza), B il numero barionico. In metrologia, B è simbolo del bel. In spettroscopia, B è simbolo della riga di Fraunhofer, corrispondente a 6867 Å.
Nelle carte meteorologiche, B indica una zona di basse pressioni (ciclone).
Per l’accezione musicale ➔ notazione.