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Taut, Bruno

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Architetto tedesco( Königsberg 1880 - İstanbul 1938), fratello di Max. Figura centrale del movimento espressionista e del razionalismo architettonico tra le due guerre, partecipò intensamente alla discussione sul ruolo di rottura dell'arte rispetto ai valori tradizionali e sul rapporto tra arte e architettura, mostrando, in molti scritti, la sua idea di rapporto ideale di quest'ultima con la natura. Un anno prima di morire, però, rinunciando agli assunti dell'espressionismo e del funzionalismo, nel suo ultimo scritto teorico, Architekturlehre (1937), rielaborò il concetto di "proporzione", formulando una nuova estetica in una sorta di ritorno alla teoria architettonica classica.

Vita e opere

Si formò professionalmente sotto l'iniziale guida di B. Möhring a Berlino (1903) e di Th. Fischer a Stoccarda (1904-08); nel 1909 aprì a Berlino il suo primo studio con F. Hoffmann, di cui fece parte dal 1914 anche il fratello Max. Fu l'incontro (1913) con P. Scheerbart e con il critico d'arte A. Behne a condizionare gran parte della sua successiva produzione teorica e architettonica: nel 1914, infatti, partecipò all'esposizione del Deutscher Werkbund a Colonia con il padiglione industriale del vetro, chiaramente ispirato agli scritti di Scheerbart. Dopo il primo conflitto mondiale, T. entrò nel vivo del dibattito aperto in Germania sull'arte e sul suo valore di denuncia e rottura con i valori morali, estetici e politici tradizionali: aderì alla Novembergruppe (1919) e fu membro fondatore dell'Arbeitsrat für Kunst (1918-21) e, con L. Hilbersheimer, E. Mendelsohn, A. Meyer, H. Poelzig, H. Scharoun, W. Gropius, ne costituì una sorta di sezione architettonica che attraverso mostre e scritti affrontava temi e problemi sulla ricostruzione postbellica e sul ruolo dell'artista; in questo ambito il suo "Programma per l'architettura" (1918) tentava di fornire avanzate normative per insediamenti abitativi, per la didattica e per il rapporto tra architettura e arte. Portavoce della problematica del gruppo fu il periodico Frühlicht, curato da T. (1919-21), sul quale fu anche in parte pubblicato il contemporaneo "carteggio segreto" avviato da T. con amici-colleghi, noto con il significativo nome Die gläserne Kette. In scritti quali Die Stadtkrone (1919; trad. it. 1973), Die Auflösung der Städte (1920; trad. it. 1976) o Alpine Architektur (1920), corredati tutti di incisivi disegni, T. dispiegava la sua personale versione dell'espressionismo, tendente a un'architettura idealistico-fantastica, in utopistico e dialettico rapporto con la natura, scevra da condizionamenti o vincoli tecnico-costruttivi. Dal 1921 al 1924 la sua attività di architetto si svolse secondo un più realistico approccio, attento anche ai problemi della programmazione, nella città di Magdeburgo. Tornato a Berlino nel 1924, organizzò Der Ring, associazione di architetti (tra gli altri W. Gropius, H. Häring, Mies van der Rohe) interessati a nuove politiche abitative per la città; pubblicò tra l'altro, Die neue Wohnung (1924; trad. it. 1987) e Bauen. Der neue Wohnbau (1927; trad. it. 1983) e realizzò varie Siedlungen (Berlin-Britz, 1927, con M. Wagner; Berlin-Zehlendorf, 1926-31, con H. Häring e O. R. Salvisberg, ecc.). Nel 1931 divenne professore alla Technische Hochschule ma nel 1932, subito prima dell'avvento del nazismo, si allontanò dalla Germania e, dopo un breve soggiorno in URSS, si trasferì in Giappone, dove studiò e scrisse sull'architettura giapponese (1933-36). Trascorse gli ultimi due anni della sua vita in Turchia: insegnò architettura all'Accademia di belle arti di İstanbul e, come capo dell'ufficio architettonico del ministero dell'Educazione, progettò scuole e edifici per l'università di Ankara.

Vedi anche
Hans Scharoun Architetto (Brema 1893 - Berlino 1972). Terminati gli studî a Berlino, aderì al movimento espressionista Die gläserne Kette di B. Taut, subendo il fascino della ricerca di E. Mendelsohn, testimoniato dal concorso per la Chicago Tribune (1922). Dal 1925 al 1932 insegnò presso la Staatliche Akademie für ... Berlino (ted. Berlin) Città della Germania (3.552.123 ab. nel 2018), capitale federale e del Land omonimo; posta lungo le rive della Sprea, alla confluenza nel fiume Havel (affluente dell’Elba), in una pianura sabbiosa circondata da colline. La posizione geografica e una fitta rete di canali navigabili – che ... Magdeburgo (ted. Magdeburg) Città della Germania (230.140 ab. nel 2007), capitale del Land di Sassonia-Anhalt. È posta in ottima posizione commerciale, nel punto dove il corso medio dell’Elba si spinge maggiormente verso O ed è attraversato da un’antica strada che segue il restringimento della valle. Le attività ... espressionismo Orientamento artistico che si diffuse nei primi decenni del Novecento, avendo come centro d’irradiazione la Germania, come reazione al naturalismo e all’impressionismo. Si concretizzò in diverse correnti, accomunate da un uso libero e soggettivo del mezzo artistico. Arte e architettura Il termine e. ...
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Vocabolario
bruno
bruno agg. e s. m. [dal germ. brūn «di colore scuro lucente»]. – 1. agg. a. Scuro, tendente al nero: vestito b., carnagione b., capelli b.; aere b. (Dante), vicino a notte. In partic., si disse camicia b. la camicia marrone chiaro che faceva...
tàuto-
tauto- tàuto- [dal gr. ταὐτο-, forma compositiva del pron. ταὐτό, crasi per τὸ αὐτό «lo stesso»]. – Primo elemento di parole composte, derivate dal greco o formate modernamente, nelle quali indica «identità».
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