Tagliando, per lo più in serie numerata progressivamente in relazione a scadenze future, che è unito a titoli (azioni di società, obbligazioni, certificati del debito pubblico), da distaccarsi all’atto in cui il titolare o possessore del titolo fa valere il diritto relativo alla c. stessa (pagamento d’interessi o dividendo di azioni di società, diritto di opzione ecc.). Nei titoli al portatore la c. può circolare separatamente dal titolo. C. al portatore possono essere attaccate a titoli nominativi per il capitale, che vengono allora detti misti. Con la dematerializzaione dei titoli, le c. indicano gli interessi o dividendi maturati per il periodo di riferimento.
Imposta cedolare è chiamata comunemente l’imposta che colpisce gli utili distribuiti dalle società (➔) di capitali (società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata e cooperative a responsabilità limitata comprese quelle di mutua assicurazione). La regola generale di tassazione di tali redditi consiste in una ritenuta d’acconto chiamata c. d’acconto, operata dalla società che distribuisce i dividendi e versata all’erario. In tale caso la c. non è un’imposta autonoma, perché i redditi colpiti concorrono ugualmente a formare la base imponibile del soggetto o socio (persona fisica o persona giuridica) che li percepisce. In alcuni casi i redditi che un determinato soggetto percepisce in quanto socio di una società di capitali sono esenti dall’imposta sul reddito e sono assoggettati all’imposta cedolare propriamente detta ( c. secca). Quest’ultima è un’imposta diretta, proporzionale, riscossa mediante ritenuta alla fonte a titolo definitivo, operata dalle società che hanno distribuito dividendi e da esse versata all’erario. Il soggetto che subisce tale ritenuta nulla deve al fisco su quei redditi.