Sigla di Confederazione Generale Italiana del Lavoro, organizzazione creata per accordo tra i dirigenti delle principali correnti sindacali (‘patto di Roma’, 1944). Ebbe una prima struttura organizzativa al congresso di Napoli (1945) che ne approvò anche lo statuto; dopo la Liberazione accolse tutte le organizzazioni sindacali dell’Italia del Nord, attuando il principio dell’unità sindacale indispensabile per il successo delle coalizioni operaie. Nel 1948, lo sciopero generale indetto dai dirigenti socialcomunisti della CGIL. per l’attentato a P. Togliatti, fu seguito dal distacco delle forze che avrebbero dato vita (1950) alla CISL (➔); nel 1949, si staccò parte delle correnti repubblicana e socialdemocratica costituendo la UIL (➔). Alla fine degli anni 1960 la forte conflittualità operaia, in particolare nelle grandi industrie meccaniche, che portò il sindacato alla conquista legislativa dello Statuto dei lavoratori del 1970, si accompagnò all’avvio di un processo unitario, culminato nella costituzione della Federazione CGIL-CISL-UIL (1972). Prospettive divergenti sull’opportunità di mantenere la linea più moderata in campo salariale e rivendicativo, suggerita alla metà degli anni 1970 dalla crisi economica, riemersero all’inizio del decennio successivo, finché nel 1984 il diverso atteggiamento assunto dalla CGIL, da un lato, e da CISL e UIL, dall’altro, nei confronti del taglio di alcuni punti di contingenza, deciso dal governo Craxi, portò alla rottura della federazione unitaria. Negli anni 1990 il proseguimento della politica di moderazione salariale, sancita in particolare dagli accordi del 1992 e del 1993 fra il governo e le parti sociali, determinò un calo di consensi per CGIL, CISL e UIL, a fronte dell’affermazione, soprattutto in alcuni settori, di un sindacato autonomo di base con un forte spirito rivendicativo. Per superare la fase critica, la CGIL promosse una ferma opposizione alle proposte di tagli alla spesa sociale avanzate dal primo governo Berlusconi (1994-95), mostrandosi poi sempre molto meno disponibile delle altre organizzazioni sindacali a negoziati tra parti sociali ed esecutivo. L’atteggiamento è stato mantenuto con ancora maggiore fermezza nel secondo e terzo governo Berlusconi. Segretari generali della CGIL sono stati G. Di Vittorio (1945-57), A. Novella (1957-70), L. Lama (1970-86), A. Pizzinato (1986-88), B. Trentin (1988-94), S. Cofferati (1994-2002), G. Epifani (2002-10), S. Camusso (2010-19) e M. Landini (dal 2019).