Regione storica della Libia, ampia non più di 30.000 km2, corrispondente al tozzo aggetto peninsulare che sporge nel Mediterraneo tra la Gran Sirte e il Golfo di Bomba. Il nome si è progressivamente esteso a un’area di oltre 150.000 km2, comprendente anche la sezione libica della Marmarica, il retroterra della costa orientale della Gran Sirte e un ampio lembo interno predesertico e desertico fino alla latitudine di 29° circa.
La C. è sostanzialmente un altopiano che raggiunge la massima altitudine nel Gebel al-Akhdar (quasi 900 m) e scende verso il Mediterraneo con erte scarpate rocciose. L’ossatura del rilievo è costituita da pile potenti di calcari. Alle formazioni calcaree è collegata la frequenza di fenomeni carsici, con conseguente ricca circolazione sotterranea, mentre quella superficiale è limitata a corsi d’acqua di portata scarsissima e irregolare, per lo più temporanei. Il clima è nettamente mediterraneo nella parte centrale della costa e sul Gebel al-Akhdar; in altre parti della costa e sul versante meridionale dell’altopiano il clima è assai più arido, di tipo steppico, e più a S decisamente desertico. In rapporto con il clima, la vegetazione della C. appartiene in parte al dominio mediterraneo, in parte a quello steppico. La popolazione è concentrata sulla costa e sul Gebel al-Akhdar, mentre l’interno è pressoché spopolato. Si tratta di Arabi e Arabo-Berberi, di lingua araba e religione musulmana. Il nomadismo, un tempo diffuso, è quasi scomparso. La città piu importante è Bengasi. L’assetto economico della regione è stato modificato dai cospicui ritrovamenti petroliferi: infatti, sebbene i maggiori giacimenti, tranne quello di Augila, non siano propriamente cirenaici, perché situati in pieno Deserto Libico, la regione è attraversata da numerosi oleodotti e ospita alcune raffinerie.
Nel 7° sec. a.C. la C. era popolata da tribù libiche. I Greci vi fondarono molte città che, cadute sotto l’influenza persiana nel 6° sec., riacquistarono l’indipendenza sino al 331, quando si sottomisero ad Alessandro Magno. La C. fu occupata, nel 75 a.C., dai Romani che vi fondarono la nuova provincia di Creta e Cirene. In età imperiale fu travagliata da lotte intestine tra Greci ed Ebrei; grave danno economico portò anche il decadere della maggiore ricchezza del paese, la produzione del silfio. Conquistata dagli Arabi provenienti dall’Egitto, nel 642-43 d.C. fece parte del Califfato e rimase legata alle sorti dell’Egitto e alle varie dinastie musulmane che vi si succedettero. Nell’11° sec. subì l’invasione hilaliana. Fu poi sottoposta al dominio turco (16° sec.), limitato alla zona costiera, mentre l’interno fu in gran parte abbandonato a se stesso. Fu così che nella seconda metà del 19° sec. poté fermarvisi il dominio senussita, che contrastò l’occupazione italiana della Libia (1911-42). Teatro di alterne vicende belliche nella Seconda guerra mondiale, la C. fu totalmente sgombrata dagli Italiani nell’autunno 1942 e posta sotto il governo militare inglese. Nel 1949 Idrī´s, riconosciuto dall’Inghilterra emiro della C., promulgò una Costituzione per la C. indipendente. Con la proclamazione (1951) del Regno unito di Libia (dal 1969 Repubblica), la C. divenne una delle tre unità federali.