(gr. Κρήτη) Isola greca del Mediterraneo orientale (8336 km2 con 606.274 ab. nel 2008), a S-SE del Peloponneso, che si allunga da E a O per oltre 260 km. In gran parte di origine mesozoica, è prevalentemente montuosa. Lungo una fascia centrale si allineano, infatti, i tre massicci di Lefká (2452 m), dell’Ida (2456 m) e del Diktí (2147 m), mentre le pianure si dispongono sui margini litoranei: la più estesa è quella di Messarà, a S. La costa meridionale, per il resto, si presenta alta e unita, al contrario di quella settentrionale, incisa da numerose insenature.
Le condizioni climatiche, tipicamente mediterranee, favoriscono le colture della vite, dell’olivo e delle primizie ortofrutticole. Praticati l’allevamento (ovini e caprini) e la pesca. Modeste le industrie (alimentari e tessili), mentre è sviluppato il turismo. Centri principali sono Iráklio (l’antica Candia) e Canea, entrambi porti commerciali sul Mar di C., il settore del Mar Egeo compreso fra l’isola, il Peloponneso e le Cicladi (profondità media 1000 m; max 2030 m).
La più antica civiltà fiorita nell’isola di C. è quella minoica, di cui la cretese è la testimonianza più ricca. Verso la metà del 15° sec. a.C. era divisa in numerosissimi centri che si disputavano il non ampio territorio coltivabile. I Dori vi giunsero dalla Grecia sul finire del 2° millennio a.C. e assoggettarono sia gli abitanti di razza pre-greca, gli Eteocretesi, sia i colonizzatori achei. In tutte queste più o meno violente mutazioni etniche, gli elementi dell’antica civiltà minoica sopravvissero in buona parte e si trasformarono dando luogo a una nuova fioritura di civiltà. C. però si rinchiuse poco dopo in sé stessa e, nel 4° sec. a.C., fu implicata nelle agitate vicende della storia ellenistica: fino al 2° sec. a.C. le città dell’isola parteciparono alle lotte fra i vari regni ellenistici ma ciò non impedì il formarsi di una lega delle città cretesi, Koinòn. Conquistata dai Romani (67 a.C.), C. divenne provincia romana insieme alla Cirenaica (Creta et Cyrenae). Nelle guerre civili di Roma, le città cretesi parteggiarono ora per l’uno ora per l’altro dei contendenti fino a che, con la vittoria di Ottaviano ad Azio (31 a.C.), ebbe inizio per l’isola un lungo periodo di pace.
Presa nell’823-24 dagli Arabi, passò a Bisanzio nel 961. Nel 13° sec. i Veneziani ne fecero un punto d’appoggio di grande importanza strategica e commerciale. Nel 17° sec. la guerra di Candia si concluse nel 1671 con la caduta di C. nelle mani dei Turchi, il cui dominio segnò un’ulteriore decadenza dell’isola, che di fronte all’oppressore vide rinascere un vigoroso sentimento nazionale, manifestatosi con le rivoluzioni del 1770, del 1821, del 1852 e del 1866: durante quest’ultima C. proclamò l’annessione alla Grecia. La Turchia concesse allora a C. una certa autonomia (1868), ampliata alla fine del 1896. I massacri dei cristiani (1896-97) indussero le grandi potenze europee a penetrare nell’isola, occupata da squadre navali nel 1897. Solo dopo le guerre balcaniche la Turchia, con il Trattato di Londra (1913), rinunciò a ogni diritto su C., che fu annessa alla Grecia. Durante la Seconda guerra mondiale C. fu occupata da forze tedesche (1941), e nell’isola rimasero missioni militari per coordinare la resistenza. Questa, condotta in da Greci e Italiani, durò sino alla resa delle truppe tedesche (1945).
Dopo le primitive capanne e le successive (minoico antico) casette con più vani, a volte intorno a un cortile (minoico medio), nel minoico medio I sorsero i grandi palazzi di Cnosso e di Festo, di Mallia e di Tilisso che, distrutti, furono ricostruiti tra il minoico medio II e III (v. fig.). Essi presentano una pianta molto articolata e asimmetrica; sono costruiti in blocchi di calcare e altri materiali, con colonne, spesso lignee, rastremate in basso. Le stanze, raggruppate intorno a cortili su diversi livelli, collegati da scalee, erano decorate da stucchi e pitture. All’interno erano comprese sale di rappresentanza, sale del trono, appartamenti privati, piccoli santuari, officine e magazzini. Le città avevano strade lastricate strette e ripide; a Mallia è stata rinvenuta una piazza rettangolare, chiusa da mura sulle quali erano addossati magazzini e botteghe. Una villa sontuosa è quella ritrovata ad Hagia Triada (a 3 km da Festo). Non sono state rinvenute cinte di mura, benché i palazzi presentino bastioni di fortificazione. Nell’architettura funeraria, accanto alle primitive tombe in grotte, a fossa, a pozzetto, in cassette di lastre di pietra, si sviluppò il tipo a thòlos. Grande sviluppo ebbe la ceramica, per la quale si distinguono vari stili, a seconda della decorazione dipinta (stile di Kamares; naturalistico; di palazzo). Spesso gli oggetti fittili presentano una decorazione a rilievo miniaturistico, con scene complesse di uomini e animali. La pittura rivela un carattere impressionistico e naturalistico, un vivo senso decorativo e cromatico, in composizioni convenzionali a volo d’uccello. Particolarmente preziosi e raffinati i lavori di oreficeria: coppe auree, incisioni di sigilli, pugnali ageminati, maschere funebri, brattee auree.
L’inizio dell’età del Ferro costituì un periodo di decadenza della civiltà cretese: i pochi insediamenti submicenei e protogeometrici (Kavousi, Karphì, Vrokastro), arroccati su alture isolate, hanno restituito materiale ceramico alquanto povero. Il periodo geometrico segnò invece una vigorosa ripresa di creatività (necropoli di Arkades; scudi dell’antro Ideo; Drero, città dell’8° sec. con agorà e un tempio davanti al quale si disponevano statuette in lamina di bronzo).
Nel 7° sec. a.C. nacque un particolare stile scultoreo che univa motivi orientali ed egiziani in una sintesi che tendeva al monumentale e che si colloca all’origine della statuaria greca. Dell’epoca romana e dei suoi monumenti i resti più notevoli sono a Gortina. Da ricordare due teatri a Ierapitna e a Chersoneso, una basilica a Cnosso, il santuario di Asclepio a Lebena, alcune ville a Cnosso.
Soprattutto dal 5° sec. si ebbe una notevole fioritura dell’architettura religiosa. A Gortina è attestata l’unica chiesa a triconco dell’isola, e l’unica chiesa a pianta centrale dell’epoca è quella di Episkope (Kisamo). Del periodo iconoclasta sono i resti delle pitture in S. Nicola a Haghios Nikolaos. La riconquista bizantina del 961 determinò un rafforzarsi dei rapporti tra C. e Costantinopoli e l’inizio di una fase di fioritura artistica nell’isola (chiesa del monastero di Maghistru Chandaka). Le chiese del periodo mediobizantino adottano tutte lo schema a croce greca inscritta con cupola; affreschi databili al 12° sec. sono in S. Nicola a Haghios Nikolaos, nelle chiese di S. Giorgio a Kurnas e Kalamos. Con la conquista veneziana C. rimase legata alla tradizione pittorica bizantina. L’arte paleologa penetrò a C. dagli inizi del 14° sec.; G. Pagomenu diede vita a un’originale espressione di un’arte popolare di forte realismo. Nel 15° sec. rappresentante dello stile post-bizantino è K. Rikos, nel 16° sec. si ricorda Teofane il Cretese.
La produzione di icone è ricordata sin dall’11° sec.; tra i maggiori artisti è M. Damaskinos (16° sec.). L’architet;tura veneziana dei sec. 16°-17° si riscontra nelle fortificazioni e in alcuni edifici monastici. Poco resta del periodo della dominazione turca (1669-1898), durante il quale numerose chiese sono state convertite in moschee.