Musicista francese (Saint-Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918). Figura geniale di innovatore, profondamente anticonvenzionale, rivoluzionò l'armonia, il ritmo, la sonorità e la forma della musica occidentale della seconda metà del XIX secolo.
Studiò con varî maestri, tra i quali J.-F. Marmontel ed E. Guiraud. Ebbe nell'84 il Prix de Rome, rimanendo quindi tre anni a villa Medici. Durante questo periodo compose un frammento d'opera lirica (Almanzor, da H. Heine), la suite Le printemps per orchestra (poi riveduta nel 1913), il "poema lirico" La damoiselle élue da D. G. Rossetti (rifiutato dall'Istituto per la soverchia novità di stile, ed eseguito nel 1909), e una Fantaisie per pianoforte e orchestra (eseguita solo dopo la morte del D., per espressa volontà di lui). La vita del maestro non presentò poi grandi avvenimenti se non quelli relativi alla produzione delle opere musicali. Vanno però ricordati, per l'importanza che ebbero nel suo spirito, alcuni momenti: anzitutto i viaggi a Bayreuth (1889-90), nel primo dei quali il dramma wagneriano lo esaltò, nel secondo lo deluse; la conoscenza, all'Esposizione universale di Parigi (1889), di musiche orientali; quella del Boris Godunov nella versione originale (1893) e di altra musica mussorgskiana alle conferenze di P. d'Alheim (1896); l'impressione procuratagli dal Pelléas et Mélisande di M. Maeterlinck (1893). Il D. non ebbe cariche né distinzioni particolari. Visse piuttosto ritirato, pur non estraniandosi del tutto dall'ambiente artistico e letterario parigino, allora fervido di pensiero e di esperienze d'avanguardia, ove s'incontrava con gli esponenti dell'impressionismo e del simbolismo, con i "decadenti", ecc. (tra gli altri: il pittore Whistler, i poeti S. Mallarmé e P. Verlaine). La prima affermazione del D. si ebbe nel 1894 con il Prélude à l'après-midi d'un faune (ispirato dal poemetto del Mallarmé) che inaugurò il periodo "impressionista" nella storia della musica, la decisiva conferma nel 1902 con la rappresentazione di Pelléas et Mélisande (dal dramma di Maeterlinck), in cui nella stessa poetica creava un nuovo tipo di dramma musicale contrapposto al wagneriano. L'arte di D., s'è detto, introduce nella musica l'"impressionismo", che era diffuso allora nella poesia (Mallarmé) e nella pittura (E. Manet, ecc.). In musica, ciò significò un dialettico superamento della composizione a sviluppo tematico (e comunque derivata dal dialogo polifonico) come di quella a melodia strofica. Durante la fioritura debussysta, queste stilistiche non riuscirono infatti a risultati lirici di valore paragonabile a quello raggiunto dal D. nel Prélude à l'après-midi d'un faune, in Pelléas et Mélisande, in Iberia, nei 2 libri di Préludes per pianoforte, nelle Chansons de Bilitis, ecc. La lirica del D. non s'accende da una idea base, ma da successive vibrazioni e sfumature d'una sensibilità docile alle mille suggestioni dell'ambiente, dell'aura stessa. Si determina quindi, piuttosto che in linee incise e simmetriche, in un vago fluire di risonanze: di armonie, cioè, e di sonorità, ove ogni accordo si forma non già secondo costituzioni tipiche, ma secondo sue proprie peculiari aspirazioni. Il senso di una sicura interiorità garantisce la perfetta unità della composizione. Opere. Sue opere principali sono: Teatro: Pelléas et Mélisande (opera), 1902; Le martyre de saint Sébastien ("Mistero"), 1911. Orchestra: Prélude à l'après midi d'un faune, 1894; Trois Nocturnes (Nuages, Fêtes, Sirènes), 1897-99; La mer, 1903-05; Images (Gigues, Iberia, Rondes de printemps), 1909. Musica da camera: Quartetto, 1893; Sonata per violoncello e pianoforte, 1915; Sonata per flauto, viola e arpa, 1916; Sonata per violino e pianoforte, 1917. Pianoforte solo: 2 Arabesques, 1888; Suite bergamasque, 1890; Estampes (3 pezzi), 1903; L'isle joyeuse, 1904; Images (6 pezzi), 1905-07; Children's Corner (6 pezzi), 1908; Préludes (24, in due serie di 12), 1910-13. Canto e pianoforte: Ariettes oubliées, 1888; Cinq poèmes de Baudelaire, 1890; Fêtes galantes, 1892-1904; Proses lyriques, 1893; Chansons de Bilitis, 1898; Trois ballades de F. Villon, 1910; Trois poèmes de Mallarmé, 1913-14. Per coro: Trois chansons de Charles d' Orléans, 1908. Le sue numerose pagine di critica musicale, apparse dapprima in periodici, sono state poi raccolte nel volume Monsieur Croche antidilettante (1921).