In ambito artistico e letterario si designano a. storiche i movimenti e gruppi sorti alla fine del 19° sec. e affermati nei primi decenni del 20°: simbolismo, fauvismo, cubismo, futurismo, espressionismo, dadaismo, suprematismo, Novembergruppe, imagismo, teatro politico di Piscator ecc. Impegnate in un rinnovamento, sperimentato nei linguaggi artistici o alimentato anche da ideologie politiche, le a. si sono poste in polemica con la tradizione e la cultura ufficiale, mettendo in discussione la stessa natura dell’arte e il rapporto con la società. I movimenti d’a. del secondo dopoguerra (neo-avanguardie) si sono in parte riallacciati alle a. storiche, ma se ne distinguono spesso configurandosi, più che come momenti eccezionali di rottura, come reiterate spinte di trasformazione del sistema produttivo, legate tuttavia ai canali istituzionali del mercato e della fruizione.
In campo musicale le a. storiche del 20° sec. operarono un profondo rinnovamento in senso armonico, timbrico e ritmico. La crisi del linguaggio tonale, già sentita alla fine del secolo precedente, fu portata alle estreme conseguenze dell’atonalità e della dodecafonia con A. Schönberg, A. Berg e A. Webern; la liberazione del ritmo trovò soluzioni avanzatissime con I. Stravinskij, mentre altri compositori, come B. Bartók, attinsero nuovi schemi ritmici direttamente dal patrimonio popolare; figure isolate, come È. Varèse sperimentarono nuovi modi di trattare la materia sonora. Dopo la Seconda guerra mondiale si sono compiute esperienze radicali partendo dalla lezione della dodecafonia (in particolare da Webern) e giungendo a un completo superamento delle categorie del comporre tradizionale: ne sono stati protagonisti compositori che si sono raccolti negli anni 1950 intorno ai corsi estivi di Darmstadt (K. Stockhausen, L. Berio, P. Boulez, B. Maderna, L. Nono), ai quali si devono anche esperimenti nell’ambito della musica elettronica. Grazie alla ventata di novità portata in Europa da John Cage, l’alea e l’indeterminatezza entrarono a far parte dei materiali utilizzabili in fase di composizione e di interpretazione.
Le a. più recenti, che vanno sotto il nome di musica contemporanea o musica sperimentale, furono caratterizzate da una spiccata tendenza all’individualismo, che permise ai compositori di differenziare gli stili e di muoversi liberamente tra generi e materiali eterogenei: dall’esperienza della musica ‘gestuale’ che pone in risalto il gesto dell’esecutore e la componente teatrale dell’esecuzione (F. Donatoni, S. Bussotti, M. Kagel), al minimalismo statunitense (S. Reich, T. Riley, Ph. Glass, LaMonte Young), alla Nuova Semplicità (Neue Einfacheit di W. Rihm). Negli anni 1990 molte tecniche della computer music colta passarono a giovani musicisti di estrazione pop, mentre in ambito ‘classico’ si diffondeva la musique spéctrale, che si serve del computer per l’analisi dei timbri alla base delle opere.
Il termine, diffusosi in Francia dalla seconda metà dell’Ottocento con riferimento a correnti della sinistra rivoluzionaria, è stato poi fatto proprio anche da movimenti di destra. In campo politico ha tuttavia assunto particolare rilievo con la formulazione da parte di Lenin della teoria secondo la quale il partito esplica il suo ruolo di a. introducendo dall’esterno la coscienza rivoluzionaria delle masse altrimenti incapaci di andare oltre una coscienza ‘tradeunionistica’ o sindacale.