In fisica e in elettrotecnica, è detta talora, a motivo della forma, c. termoelettrica la disposizione coppia termoelettrica-filo riscaldatore usata negli amperometri a termocoppia.
Strumento di pena in uso presso gli antichi, costituito da un palo infisso nel suolo o da due legni, uno orizzontale l’altro verticale, posti trasversalmente; su di esso si legavano o inchiodavano i condannati, specialmente schiavi, lasciandoli morire ( crocifissione).
La c. è oggetto di culto da parte dei cristiani, in quanto strumento della passione di Gesù Cristo e simbolo del suo sacrificio redentore. In varie forme si trova come ornamento, o come segno di carattere religioso anche in ambienti pagani, specialmente in relazione con il culto solare (in particolare nella simbologia del mitraismo).
La c. ricorre di rado nei monumenti cristiani dei primi 3 secoli. Il culto si diffuse con il ritrovamento della Vera Croce, compiuto da s. Elena madre di Costantino e assegnato dalle varie fonti tra il 310 e il 347, e con l’erezione delle basiliche costantiniane in Gerusalemme. Il secondo concilio ecumenico (Nicea 787) e l’ottavo (Costantinopoli 679-80) chiarirono che alla c. si deve venerazione (anzi, secondo Teodoro Studita, venerazione relativa), ma non vera adorazione (latria). Sull’altare la c. fu collocata soltanto dall’11° secolo. Nel calendario liturgico è attualmente dedicata alla c. una sola festività, l’esaltazione della C., che si celebra il 14 settembre.
In relazione alla forma con cui viene rappresentata, la c. viene detta latina (o immissa o capitata; fig. A), quando il braccio verticale è più lungo di quello orizzontale; greca o quadrata (fig. B), quando ha quattro bracci uguali; commissa o patibulata (fig. C) quando ha forma della lettera greca tau. La c. monogrammatica (fig. D e E) deriva dal monogramma di Cristo. Segno di c. L’atto più popolare e frequente del culto cattolico e greco-ortodosso (assai più raro tra i protestanti). C. pettorale C. d’oro o di metallo dorato, detta anche encolpio, portata dai vescovi e da altri prelati.
Per l’uso della c. in araldica ➔ pezze.