Filosofo e uomo politico tedesco (Barmen 1820 - Londra 1895). Collaboratore e amico di K. Marx, con cui scrisse Die heilige Familie (1845), Die deutsche Ideologie (post., 1932) e il Manifest der kommunistischen Partei (1848), a lui viene attribuita la paternità del materialismo dialettico come concezione generale della realtà.
Figlio di un industriale, crebbe in ambiente familiare politicamente conservatore e di religione pietista, ma ben presto si mostrò insofferente di questa angusta atmosfera e ansioso di una vita più libera. A Brema, dove nel 1838 il padre lo mandò presso un amico esportatore a fare il suo tirocinio commerciale, E. poté osservare la condizione degli operai. Si entusiasmò per la Burschenschaft (associazione patriottica studentesca) e poi per la "Giovane Germania"; infine, in seguito alla lettura di D. F. Strauss, aderì alle idee della sinistra hegeliana. Nel 1841 è a Berlino per il servizio militare ed entra a contatto diretto coi giovani hegeliani. Conduce la polemica contro il vecchio Schelling, che era stato chiamato all'università di Berlino non senza intenti politici antidemocratici. Dei suoi scritti antischellinghiani, condotti dal punto di vista del radicalismo filosofico della sinistra hegeliana, il più notevole è l'opuscolo Schelling und die Offenbarung (1842). Negli ultimi mesi del 1842, influenzato da Moses Hess, E. passò dal radicalismo dei giovani hegeliani al comunismo umanistico e moraleggiante di Hess. Alla fine del novembre 1842 partì per Manchester, per completarvi il suo tirocinio commerciale presso una fabbrica tessile di cui il padre era comproprietario. Questo soggiorno in Inghilterra fu basilare per la formazione politico-ideologica di E.: egli studiò la situazione sociale dell'Inghilterra del tempo, la condizione della classe operaia, la sua azione politica. Il risultato di queste sue esperienze fu una prima elaborazione dei temi della lotta di classe, del ruolo decisivo del fattore economico nella storia, del rovesciamento del sistema capitalistico, della critica dell'economia politica classica e del suo presupposto ideologico: gli Umrisse zu einer Kritik der Nationalökonomie (1844), apparsi nei Deutsch-Französische Jahrbücher, testimoniano (come lo stesso Marx riconobbe) che, per una sua via, E. era pervenuto alle idee essenziali del materialismo storico. In seguito a questa pubblicazione ha inizio la stretta collaborazione e la fraterna amicizia con Marx, che durò fino alla morte di questo. I volumi secondo e terzo del Capitale furono pubblicati, postumi, da Engels. Alcune opere, Die heilige Familie (1845), Die deutsche Ideologie (post., 1932), lo stesso Manifest der kommunistischen Partei (1848), sono scritte in collaborazione da Marx e da Engels. Questi tuttavia, con modestia a giudizio di taluno eccessiva, affermò che la maggior parte delle idee fondamentali della dottrina da lui professata, specialmente in campo economico e storico, si deve a Marx. Ma a E. più che a Marx si attribuisce la paternità del materialismo dialettico, cioè del marxismo considerato come generale concezione del mondo. Engels è infatti il formulatore di alcune leggi dialettiche, che dice ricavate per astrazione sia dalla storia della natura sia da quella della società umana. Di Engels sono Dialektik der Natur (post., 1935) e l'Anti-Dühring (1878: ma nella prefazione alla seconda edizione dell'Anti-Dühring E. dice di avere sottoposto a Marx il manoscritto essendo le idee espostevi in massima parte di lui). La polemica contro Dühring è condotta in buona misura in termini hegeliani con riferimento agli aspetti neocritici del positivismo di Dühring. La parte costruttiva risente largamente e apertamente dell'evoluzionismo di Darwin e di Haeckel, che E. combina con gli schemi della dialettica hegeliana, ai quali vengono ricondotte praticamente tutte le forme della realtà. Sono ancora da ricordare Der Ursprung der Familie, des Privateigentums und des Staats (1884) e la "Introduzione" a Die Klassenkämpfe in Frankreich: 1848-1850 (1895) di Marx. Il primo scritto è un ripensamento delle ricerche etnologiche di L. H. Morgan alla luce del materialismo storico (parallelismo di forme di appropriazione e istituzioni); il secondo è un riesame della posizione del movimento operaio nella situazione politica europea, e prospetta una utilizzazione dello stato borghese e della legalità borghese ai fini della conquista del potere (sarà frequente punto di riferimento della letteratura revisionistica). E. ebbe ruolo dirigente di primo piano nel movimento operaio, dalla "Lega dei giusti" alla "Lega dei comunisti" alle prime due Internazionali.