Storico belga (Verviers 1862 - Uccle, Bruxelles, 1935). Medievista, insegnò all'univ. di Gand. L'attività scientifica di P. si è svolta in campi diversi, tra cui uno dei principali è stato lo studio delle origini e dello sviluppo delle costituzioni urbane. Senza ammettere le teorie del materialismo storico, P. ha dato particolare rilievo alla parte rappresentata nella storia urbana dal fattore economico. Egli ha ottenuto larga fama soprattutto con la sua monumentale Histoire de Belgique. In quest'opera è riuscito a esporre in modo magistrale e sempre perfettamente obiettivo la formazione lenta e progressiva della nazione belga. Durante gli ultimi anni, i suoi studi si sono rivolti specialmente ai problemi riguardanti la fine del mondo antico e gli inizi del Medioevo. Egli ha dato rilievo con eccezionale vigore alla persistenza e all'importanza dei fattori romani in seno agli stati costituiti nell'Europa occidentale dai popoli germanici.
Fu, all'università di Liegi, allievo di P. Fredericq e soprattutto di G. Kurth che l'orientò verso lo studio del Medioevo. Completò in seguito la sua formazione storica a Parigi, a Berlino e a Lipsia. Professore incaricato all'università di Liegi nel 1885, passò l'anno successivo come prof. ordinario di storia del Medioevo e di storia del Belgio nell'univ. di Gand (1886-1930). Capo della resistenza passiva belga contro gli invasori tedeschi durante la prima guerra mondiale, nel 1916 venne arrestato e tenuto prigioniero in Germania fino al 1918.
Al centro delle sue ricerche fu il tema dell'origine e dello sviluppo delle formazioni urbane (Les anciennes démocraties des Pays-Bas, 1910; Les villes du Moyen-âge, 1927; ecc.). In particolare, nel quadro del dibattito sulle radici del capitalismo, in polemica con W. Sombart, P. attribuiva alle attività commerciali cittadine e ai processi produttivi a esse connessi un ruolo fondamentale per il primo costituirsi di concentrazioni di capitali industriali. La fama di P. è però affidata alla monumentale Histoire de Belgique (7 voll., 1899-1932) e al geniale Mahomet et Charlemagne (post., 1937). In questo libro, che riprende e amplia una vecchia tesi dello stesso P., lo storico belga sostiene la continuità della struttura romana negli stati barbarici e dell'unità culturale ed economica del mondo mediterraneo sino al 7º-8º secolo. Tale unità sarebbe stata infranta con l'estendersi della dominazione musulmana sulle coste settentrionali dell'Africa, nella Spagna e nell'Italia meridionale, onde l'asse economico-culturale del mondo europeo occidentale si sarebbe spostato verso i territori compresi tra il Rodano e il Reno. Il Medioevo quindi sarebbe iniziato nel sec. 8º inoltrato per dare la sua prima genuina espressione con Carlomagno.