Scultore (Quercia Grossa, Siena, 1367 circa - Siena 1438). Figlio di un orafo, con F. Brunelleschi e L. Ghiberti partecipò al concorso (1401) per la seconda porta del battistero di Firenze. Nel suo primo capolavoro, la tomba detta di Ilaria del Carretto (Lucca, duomo), iniziata nel 1406, lo stile di I. appare già formato, nell'accordo tra linearismo gotico e nuova concezione plastica rinascimentale. Realizzò, tra l'altro, il polittico della cappella Trenta in S. Frediano di Lucca (1413-22) e i rilievi della porta di S. Petronio a Bologna (1427-37).
Figlio di un orefice e intagliatore, cominciò a lavorare alla fine del sec. 14º; nel 1401 prese parte al concorso per la seconda porta del battistero di Firenze (la formella è andata perduta). Nella più antica sua opera documentata, la tomba detta di Ilaria del Carretto (Lucca, duomo), iniziata nel 1406, il suo stile appare già pienamente formato; la sintesi è realizzata nell'accordo tra il linearismo gotico e la ricerca plastica nella figura giacente sul sarcofago. Due anni dopo eseguì la Madonna, conservata nel Museo della cattedrale di Ferrara. Il soprannome di "I. della Fonte" gli derivò dalla Fonte Gaia (1409-19), eseguita per la piazza del Campo a Siena e in seguito posta nella loggia del Palazzo Pubblico, dopo essere stata sostituita da una copia, a causa del cattivo stato di conservazione. Le figurazioni allegoriche e i due gruppi isolati rivelano ampiezza di modellazione e un ritmo plastico in cui la linea accentua il senso del movimento. Nel polittico della cappella Trenta in S. Frediano di Lucca (1413- 22) lo scultore include le figure entro un'architettura di un gotico fiorito di impronta veneziana e insiste nel complicato agitarsi dei panni che rammenta, come anche in opere più tarde, un influsso borgognone (v. la parte superiore del fonte battesimale del Battistero senese, con figure di Profeti). Nei rilievi della porta di S. Petronio a Bologna (1427-37), specie in quelle scene bibliche che per grandiosità di forma precorrono Michelangelo (Creazione di Adamo ed Eva, il Peccato, la Cacciata dal Paradiso, il Lavoro dei primi uomini), I. amplifica la fermezza plastica che distingue la formella bronzea (Zaccaria cacciato dal tempio) del fonte battesimale, e crea composizioni serrate di una semplificazione formale e plastica eccezionale. Il gruppo della Vergine col Bambino, nella lunetta della stessa porta, è caratterizzato dal contrasto di luce e ombra per il complicarsi dei piani e da una severità profonda; nella Vergine è più vicino a esemplari precedenti, come la Madonna lignea di S. Martino a Siena, dove il fondamentale plasticismo è articolato da un linearismo di origine gotica. Tuttavia il plasticismo di I. insiste sull'importanza della figura umana come protagonista e creatrice di moto e spazio (nella sua opera non v'è quasi ricerca prospettica), precedente insolito al mondo figurativo di Masaccio e Michelangelo. A I. sono stati attribuiti anche alcuni rilievi della porta della Mandorla del duomo, l'Annunciazione nel Museo dell'opera del duomo e il Giudizio di Salomone nel Palazzo Ducale di Venezia. Suo fratello Priamo (notizie dal 1426 al 1467), pittore, fu attivo in Toscana.