Termine usato in relazione a trattati o raccolte di emblemi o immagini simboliche e allegoriche usate dagli artisti (particolarmente famosa è l’Iconologia di C. Ripa, 1593, con numerose edizioni successive). La definizione è stata ripresa nella moderna storiografia artistica per indicare lo studio, strutturato sistematicamente, del significato delle immagini e, quindi, il metodo d’interpretazione integrale di un’opera d’arte che muove dal suo contenuto, verificato (se non svelato) mediante ricerche che mirano a ritrovarne le ragioni contestuali, anche nell’ambito della storia delle idee religiose, filosofiche, politiche, sociali. Gli studi avviati da A. Warburg e dagli studiosi che facevano capo alla sua biblioteca, prima ad Amburgo poi a Londra (F. Saxl, E. Panofsky, E. Cassirer, R. Wittkower, E. Gombrich), in netta contrapposizione con la storiografia positivista e purovisibilista, sono alla base del metodo iconologico come scienza storica, che ha avuto la sua formulazione teorica con Panofsky (introduzione a Studies in iconology, 1939). Il nuovo metodo fu oggetto di varie e aspre critiche, incentrate sulla discussione della validità e dei limiti del suo campo di indagine rivolto alla valorizzazione del puro contenuto piuttosto che alla qualità artistica.