(o lattice) In botanica, succo lattiginoso, bianco o colorato, secreto dai canali laticiferi di molte piante. Ha composizione chimica estremamente complessa, variabile da specie a specie e incostante anche nella stessa specie a seconda delle condizioni dell’individuo. È costituito da un’emulsione contenente quasi sempre più del 50% di acqua, nella quale sono disciolte, o sospese, sostanze diverse. Vi si trovano grassi o in generale sostanze lipofile, alle quali il l. deve il suo aspetto, cere, resine, steroli e i costituenti del caucciù e della guttaperca finemente emulsionati; sono frequenti gli alcaloidi, che possono conferire al l. il valore di droga, per es. quello del papavero da oppio. Le sostanze proteiche sono sempre presenti, in particolare gli enzimi, ai quali spesso il l. deve il suo imbrunimento in presenza dell’aria (ossidasi tipo laccasi di Rhus vernicifera ecc.) e che possono anche avere azione proteolitica (papaina di Carica papaia, enzimi del l. di fico, euforbie ecc.). Il più diffuso e caratteristico contenuto del l. è dato dagli idrocarburi, come le resine (per es. resina di euforbia) e i polimeri isoprenici, presenti nel caucciù e nella guttaperca. I l., per l’azione di varie sostanze aggiunte, del calore ecc., tendono a coagulare, lasciando separare la fase dispersa. Il ruolo fisiologico del l. per la pianta non è ancora del tutto chiarito: poiché vi prevalgono sostanze la cui biosintesi rappresenta un risultato terminale (per es. i terpeni), molti pensano che il l. sia un prodotto di escrezione. Oltre ai l. estratti dai vegetali, o l. naturali (➔ gomma), se ne preparano altri artificialmente, per es. quelli a base di gomma sintetica o di resine artificiali per polimerizzazione in emulsione.
Nelle piante, le cellule laticifere (o latticifere) isolate sono piuttosto rare (nelle Ninfeacee, Fumariacee), mentre si trovano spesso complessi cellulari laticiferi, detti anche semplicemente i laticiferi, che percorrono, ramificandosi e spesso anastomizzandosi, i vari organi. Tali complessi derivano dall’estendersi di poche cellule presenti in numero costante già nell’embrione (galattociti) che si allungano ramificandosi senza mai unirsi fra loro (laticiferi apociziali o tubi laticiferi come nelle Euforbie, Moracee, Apocinacee ecc.), o dalla fusione di più cellule disposte in fila che riassorbono le membrane divisorie (nelle Convolvulacee), o infine da simili complessi che in certi tratti vengono a contatto e, per dissolvimento delle pareti, formano una rete di tubi (laticiferi sinciziali o vasi laticiferi, come nelle Asteracee e Papaveracee). I laticiferi si trovano solo nelle Angiosperme.