Componimento vocale, tipicamente tedesco, con testo strofico, nel quale tutte le strofe vengono cantate sulla medesima melodia o su frasi musicali sempre nuove (durchkomponiert). Nato tra il 12° e il 14° sec. per opera dei trovadori (➔ Minnesänger), ebbe ulteriore impulso con i cosiddetti Meistersänger, i quali si staccarono dai costumi aulici della poesia trovadorica, pur serbandone le forme. Il L. del 16° sec. è in stile madrigalesco, mentre quello del 17° è monodico-accompagnato; nasce sull’esempio italiano (specialmente delle Nuove Musiche di G. Caccini), ma si ispira alla melodia simmetrica del corale e alla ritmica della ballata anziché al recitar cantando dei fiorentini. Di una decisa germanizzazione si ha il segno presso i Berlinesi della seconda metà del 18° sec., tutti orientati ad ascoltare e assimilare l’animo canoro del popolo. A partire da J.A. Hiller si giunge al L. di F. Schubert, che portò il genere alle sue più alte vette. Nel L. ottocentesco si distinguono tre forme: la vecchia semplice canzone a strofe, con una sola melodia invariabilmente ripresa di strofa in strofa; quella, già più complessa, dove l’accompagnamento ha funzione di nesso e si intreccia con le linee espressive del canto; la canzone di forma libera, a contenuto narrativo. I romantici e tutti i compositori tedeschi del 19° sec. amarono il L. e contribuirono all’arricchimento del genere, o nei suoi spiriti popolareschi o in espressioni di altissimo impegno. Tra tutti, ricordiamo specialmente R. Schumann, K. Loewe, R. Franz, J. Brahms, P. Cornelius, H. Pfitzner, H. Wolf, R. Strauss, G. Mahler.