• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Oliveira, Manoel de

Enciclopedia on line
  • Condividi

Regista cinematografico portoghese (Porto 1908- ivi 2015). Massimo rappresentante del cinema portoghese ma anche uno dei cineasti europei più prestigiosi e originali, O. è il creatore di un mondo attraversato da echi letterari, richiami alla storia e alla tradizione culturale lusitana, accensioni melodrammatiche, ironie filosofiche, metafore teatrali che riflettono spesso le ambiguità tra arte e vita, in un rapporto continuo tra la carica simbolica della parola e del dialogo e la densità delle immagini.

Vita e opere

Proveniente da una famiglia di industriali, O. abbandonò presto gli studi, iniziati in un collegio dei Gesuiti in Galizia, perché attratto dall'arte cinematografica. Attivo fin dal 1929 (Douro faina fluvial, suggestivo documentario sul lavoro portuale lungo le rive del Douro) sia pure con lunghe interruzioni, realizzò nel 1942 Aniki-Bobó, film sull'infanzia che anticipa alcuni aspetti del neorealismo. Al film fece seguito un lungo periodo di inattività, mentre solo nel 1956 O. ritornò al cinema confermando sia l'attitudine documentaristica (O pintor e a cidade, 1956, cortometraggio a colori), sia la tendenza all'apologo tra allegoria e realismo come in A caça (1963), mediometraggio di finzione dove la furia disperata di due ragazzi durante una battuta di caccia ha un esito tragico e beffardo. Questa fase del lavoro si compendiò in un capolavoro come Acto de primavera (1963), dove la sacra rappresentazione della Passione di Cristo nel villaggio contadino di Curalha racchiude un senso altissimo della trascendenza, continuamente incarnato nella concretezza di volti, corpi, gesti e suoni radicati nella tradizione millenaria della fede popolare. Nonostante gli omaggi tributatigli al Festival di Locarno (1964) e alla Cinémathèque di Parigi (1965), fu solo nel 1972 che O. tornò a dirigere O passado e o presente, primo film della «tetralogia degli amori frustrati», una spietata e claustrofobica rappresentazione della borghesia, intesa quasi come luogo metafisico di intrecci tra l'esercizio del potere e la forza dei sentimenti. In Benilde ou a Virgem-Mãe, 1975, da una pièce di J. Regio, la densità allegorica che pervade un interno familiare allude al mistero di una gravidanza immaginaria; in Amor de perdição, 1978, da un romanzo di C. Castelo Branco, la dilatazione ardita dei tempi e dei piani fissi, il peso specifico dei dialoghi come concrezione drammaturgica delle cadenze narrative ottocentesche, il flusso musicale delle sequenze che conservano l'enfasi melodrammatica e sono però congelate nel rigore formale, incastonano la storia di un amore ostacolato dalla rivalità tra due famiglie in una visualità preziosa; con Francisca, 1981, da un romanzo di A. Bessa Luissi, si rivela la lucidità intellettuale e formale dello stile di O. in un film che trasporta la forma chiusa della classicità, la potenza strutturale del canone romanzesco, la modernità di uno sguardo critico tanto sulla storia e sulle classi sociali quanto su una psicologia femminile, verso un'originalità assoluta di impaginazione filmica, fatta di precisione tersa dell'inquadratura, di gestualità stilizzata, di espansione della durata interna della ripresa, che rende con grande acutezza l'estenuazione decadente, il cinismo, la disperazione e il masochismo dell'amour fou dei protagonisti. Negli anni Ottanta è seguita una trilogia in cui si è rivelata costante la dialettica formale tra il palcoscenico e lo schermo, laddove l'impianto teatrale fa da perno per uno scavo del linguaggio filmico nelle sue modalità di durata dell'inquadratura, di montaggio interno, di frontalità dei campi e di strutturazione del piano sequenza. Così Le soulier de satin (1985), versione cinematografica del testo di P. Claudel, risulta una lunga meditazione su un amore impossibile imbrigliato nei meccanismi fatali della storia; in Mon cas (1986) la metafora del destino umano viene giocata su un palcoscenico, durante la prova di una commedia; mentre in Os canibais (1988), nella cornice di un teatro d'opera, in un intrigo gotico e fantastico, si assiste a una variazione crudele del tema di Don Giovanni. Nel decennio successivo O. ha conosciuto una seconda giovinezza creativa girando molti film, ogni volta sorprendendo per originalità intellettuale e ricerca linguistica. A Divina Comédia (1991; premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia) è una ironica, misteriosa e malinconica variazione su temi esistenziali e religiosi in cui l'atmosfera dostoevskijana si accompagna alle stralunate fantasie degli ospiti di un asilo per alienati; in Vale Abrao (La valle del peccato, 1993), personale rilettura della flaubertiana Madame Bovary, la fluvialità della durata e l'incastro dei temi filosofici immettono in un mondo in cui la natura quasi fordiana del paesaggio e l'interiorità del sentimento si specchiano l'una nell'altra e A caixa (1994). L'impianto teatrale, l'utilizzo di piani fissi e azioni rallentate, il tono ora tragico ora ironico, l'influenza di elementi letterari, filosofici e mitologici, hanno caratterizzato la sua ultima produzione: O convento (I misteri del convento, 1995), un pastiche di temi faustiani e citazioni shakespeariane, in cui risalta soprattutto l'aria arcana e diabolica del labirintico convento dove è ambientato il film; Party (1996), in cui un'isola e una stanza da pranzo racchiudono i personaggi in una specie di luogo magico dove il gesto casuale, l'allusione diventano l'eco di un mistero non svelato; Viagem ao principio do mundo (1997), film pervaso dalla nostalgia per la terra d'origine e in cui un malinconico Marcello Mastroianni diventa il poetico alter ego del regista; Inquietude (1998), un trittico di storie inanellate l'una nell'altra e ambientate in un interno borghese e in teatro, tra ambienti mondani e decadenti e paesaggi contadini solcati dall'eco di antiche leggende; A carta (1999), Palavra e utopia (2000), film sulla figura di un libertario predicatore gesuita del Seicento, Padre Vieira, occasione per ritornare sulla densità simbolica del rapporto visione-parola e sui destini portoghesi legati all'ascesa e alla decadenza delle conquiste d'oltremare; Je rentre à la maison (Ritorno a casa, 2001), dove, coadiuvato da uno splendido M. Piccoli, O., al meglio della sua grazia sottilmente ironica, compone una variazione sul senso dell'essere attori e sul valore della finzione; O princípio da incerteza (2002), enigmatico ritratto di intrecci amorosi; Espelho mágico (2005); Belle toujours (2006); Cristóvão Colombo. O enigma (2007); Romance do Vila do Conde (2008); Singularidades de uma rapariga loura (2009); O estranho caso de Angélica (2010); Gebo et l'ombre (2012); il cortometraggio O velho do restelo (2014). Nel 1982 O. ha girato un film «segreto», destinato per sua espressa volontà a essere proiettato soltanto dopo la sua morte: Visita ou memórias e confissões.

Vedi anche
cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ... Catherine Deneuve Nome d'arte dell'attrice cinematografica francese Catherine Dorléac (n. Parigi 1943), diventata famosa grazie all'interpretazione di ruoli di figure femminili dolci e inquiete; si ricordano, tra i suoi film: Le vice et la vertu (1963); Vacances portugaises (1963); La chasse à l'homme (1964); Les parapluies ... Michel Piccoli Piccoli ‹pikolì›, Michel. - Attore francese (n. Parigi 1925). Ha esordito nei piccoli teatri parigini della rive gauche, affermandosi per il suo stile di recitazione asciutto e netto (Célestine di F. de Rojas, 1945; Androclès et le lion di G. B. Shaw, 1952; Phèdre di J. Racine, 1957). Nel cinema, dove ... Irène Pàpas Pàpas, Irène (gr. Εἰρήνη Παπᾶ nata Λελεκοῦ). - Attrice cinematografica greca (n. Corinto 1926). Ballerina e attrice teatrale, attiva nel cinema fin dagli anni Cinquanta in Grecia, in Italia e negli USA in ruoli di modesto rilievo, si affermò con i film del connazionale M. Kakogiànnis (᾿Ηλέκτρα, Elettra, ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Cinema
Tag
  • MARCELLO MASTROIANNI
  • ARTE CINEMATOGRAFICA
  • FESTIVAL DI LOCARNO
  • PIANO SEQUENZA
  • MASOCHISMO
Altri risultati per Oliveira, Manoel de
  • Oliveira, Manoel de
    Lessico del XXI Secolo (2013)
    Oliveira, Manoel de. – Regista portoghese (n. Oporto 1908). Ancora in attività, superati i cento anni, il cineasta lusitano è riconosciuto come uno dei massimi autori viventi, il cui stile cristallino ed enigmatico insieme conferisce anche spessore filosofico ai suoi film. Nei primi anni del 21° sec., ...
  • OLIVEIRA, Manoel de
    Enciclopedia del Cinema (2004)
    Oliveira, Manoel de (propr. Manoel Candido Pinto) Bruno Roberti Regista cinematografico portoghese, nato a Porto il 12 dicembre 1908. Massimo rappresentante del cinema portoghese ma anche uno dei cineasti europei più prestigiosi e originali, è il creatore di un mondo attraversato da echi letterari, ...
  • OLIVEIRA, Manoel de
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)
    Lorenzo Quaglietti Regista cinematografico portoghese, nato a Oporto il 12 dicembre 1908. Compiuti gli studi in Portogallo e in Spagna, viene presto attratto dal cinema, e nel 1929 gira il documentario Douro, faina fluvial; ma solo dieci anni dopo torna alla regia con i cortometraggi Miramar praia ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali