Tirreno, Mare Il bacino del Mediterraneo occidentale compreso tra l’Italia peninsulare e le tre isole maggiori. Fu detto dai Romani anche Mare Tuscum o Inferum, non comprendendovi il Mar Ligure, e talora denominato anche Mare Sardoum per designare il mare intorno alla Sardegna (specialmente a E). I limiti sono nettamente segnati soltanto in parte, ma ormai si intende per Mare Tirreno quello che bagna le coste orientali della Corsica e della Sardegna, quelle settentrionali della Sicilia e quelle occidentali dell’Italia centro-meridionale. Viene suddiviso in Mare Tirreno settentrionale e centromeridionale, con limite di separazione tra i due posto convenzionalmente al 41° parallelo N. Il Mare Tirreno settentrionale, compreso tra detto limite e l'allineamento Capo Corso-Capraia-Elba, ha profondità massime di 2.000÷2.200 m. Il Mare Tirreno centromeridionale ha profondità massime variabili da 2.900 a 3.600 m e vi si elevano numerosi rilievi sottomarini interessati da attività vulcanica, alcuni dei quali emergono formando isole (per es. le Eolie). Per le caratteristiche fisiche del Mare Tirreno, ➔ Mediterraneo, Mare.
Le coste bagnate dal Mare Tirreno, ora basse e ora alte, presentano falcature più o meno ampie e caratteristiche, intramezzate e interrotte o da promontori più o meno sporgenti ed elevati (di Piombino, Argentario, Circeo ecc.), o più a S aperte in golfi (golfi di Gaeta, Napoli, Salerno, Policastro, Sant’Eufemia). Aspetto diverso hanno le coste delle isole: alta e compatta quella della Sicilia, nella sua parte centrale e orientale, e più movimentata nella parte occidentale; tipica quella della Sardegna, che, se si escludono il Golfo di Cagliari e la zona più settentrionale tra Olbia e le Bocche di Bonifacio, è piuttosto compatta, e così pure quella della Corsica.
Le isole nel Mare Tirreno sono piuttosto scarse: se si escludono le tre maggiori, bagnate solo in parte dalle sue acque, non vi sono grandi gruppi insulari. I più sviluppati sono l’Arcipelago Toscano, al limite settentrionale, il gruppo delle Isole Ponziane o Pontine, di fronte al Golfo di Gaeta, quello delle isole che fanno corona al Golfo di Napoli, quello delle Eolie. Lungo la costa tirrenica della Sicilia s’incontrano Ustica e l’Isola delle Femmine e, all’estremità occidentale, il gruppo delle Egadi. Tra la Sardegna e la Corsica si trovano l’Arcipelago della Maddalena e altre isolette. I maggiori fiumi che sfociano nel Mare Tirreno sono il Tevere, il Garigliano, il Volturno, il Sele e il Flumendosa.
L’insediamento costiero, molto discontinuo, registra le massime concentrazioni nei golfi di Napoli e di Palermo, mentre l’area costiera romana è caratterizzata dalla proliferazione di seconde case che hanno dato luogo a centri balneari spesso poi divenuti quartieri-dormitorio. Molto praticata è la pesca, malgrado l’impoverimento della fauna ittica dovuto all’eccessivo sfruttamento e all’inquinamento delle acque. L’attività industriale si concentra nelle aree napoletana e cagliaritana (impianti petrolchimici a Sarroch-Porto Foxi), determinando un intenso movimento commerciale. Attivi porti per passeggeri sono quelli di Civitavecchia (per il movimento crocieristico) e Olbia (con Golfo degli Aranci), per i collegamenti tra la Sardegna e il continente, Napoli, Cagliari e Palermo, collegati anche con l’Africa Settentrionale. Sviluppato il turismo lungo tutte le coste, ormai caratterizzate da intensa urbanizzazione.