Termine usato in determinate locuzioni del linguaggio economico relativamente a beni mobili (➔ bene).
Capitale m. Detto anche capitale artificiale – in confronto al capitale fondiario, considerato naturale – è, dal punto di vista di chi lo possiede, ogni fondo di beni di natura m. da cui scaturisce un reddito; dal punto di vista di chi produce, ogni prodotto che viene reinvestito nella produzione; dal punto di vista nazionale, ogni bene artificiale (edifici, mezzi di trasporto, macchine, utensili ecc.) che concorre alla produzione del reddito nazionale insieme con i capitali fondiari e personali. Il capitale m., necessario in ogni attività di produzione soprattutto in imprese industriali, si distingue in fisso e circolante a seconda che possa essere utilizzato per più cicli produttivi o si logori interamente in uno solo.
Proprietà m. Ogni forma di ricchezza che non abbia natura immobiliare e cioè titoli di debito pubblico, obbligazioni, azioni e altri titoli di credito, rendite varie, denaro liquido, mobili propriamente detti, suppellettili, biancheria, vestiario, oggetti d’arte, gioielli, merci, materiali ecc.
Reddito m. Ogni reddito non derivante da terreni o fabbricati, e quindi non soltanto i redditi della proprietà m. propriamente detta ma anche quelli di attività di lavoro, libero o subordinato, e di attività miste di capitale e lavoro (industrie e commerci).
Titolo m. Ogni titolo rappresentativo di quote di capitale sociale (azione) o di prestiti obbligazionari.
Per il credito m. (o industriale o di finanziamento) ➔ credito; per il mercato m. ➔ mercato.
Arte m. In paletnologia, sculture, incisioni, grafici e pitture su piccoli frammenti di pietra, osso, corno, avorio, argilla, talora su oggetti d’uso; soprattutto nel Paleolitico superiore e Mesolitico (in contrapposizione ad arte rupestre).