Pensatore della tarda scolastica (Oresme, Bayeux, 1320 circa - Lisieux 1382). Insigne rappresentante della rinascita scientifica e naturalistica suscitata dall'occamismo nel sec. XIV. Notevole fu la sua attività scientifica nel campo della matematica, della fisica e dell'astronomia. È considerato il precursore più significativo di Copernico, di Galileo e di Cartesio.
Studente di teologia a Parigi (1348), ove insegnò nel collegio di Navarra (1356); poi maestro di teologia (1362), canonico a Rouen e a Parigi e poi ancora decano a Rouen, fu consacrato vescovo di Lisieux (1377), e successivamente divenne consigliere del re Carlo V.
Cultore di studi fisici, matematici, astronomici, la sua attività scientifica fu assai varia. Per incarico di Carlo V di Francia fu autore di commenti agli Elementi di Euclide e a molte opere di Aristotele (ai Parva naturalia e alla Fisica, perduti; ai Meteorologica, al De anima, al De coelo; ecc.); di Aristotele, inoltre, tradusse in francese l'Etica, l'Economica e la Politica. Legato all'insegnamento dei calculatores (in partic. di R. Suisset, G. Heytesbury e T. Bradwardine), polemico contro alcune tesi centrali della fisica di Aristotele, svolse la teoria occamista dell'impetus, sostenne la possibilità di una pluralità di mondi e del moto della Terra sul suo asse (Le livre du ciel et du monde), accennando anche alla possibile unificazione della fisica celeste e terrestre con identiche leggi. Particolarmente significativo il suo Tractatus de configurationibus formarum e le Quaestiones sulla geometria di Euclide, dove individua la possibilità di misurare variazioni qualitative attraverso figure geometriche e rappresentazioni grafiche con l'uso di coordinate: tecnica che, propria dei calculatores, avrà larga influenza e importanza fino alle origini della scienza moderna. Per primo considerò i radicali come potenze con esponenti frazionari. È ritenuto uno degli esponenti più autorevoli del pensiero economico della scolastica e il suo Tractatus de origine, natura, iure et mutationibus monetarum (in cui sostiene la teoria della moneta-merce contro quella allora dominante della moneta-segno, combatte le alterazioni monetarie e sembra anticipare il principio che sarà poi detto legge di Gresham) rappresenta il primo tentativo rilevante di distinzione della trattazione dell'economia dalla morale e dalla politica. All'interesse per i problemi politici ed economici risalgono pure i suoi scritti Livre de politique e Livre appellé économique, che N. scrisse tanto in francese (la sua originalità si manifesta infatti anche in questo uso del volgare francese per trattazioni di alto interesse scientifico, che egli fece per primo), quanto in latino. In quest'opera egli appare come il più acuto economista dei suo secolo.