Si dice delle regioni, paesi, popolazioni della parte più settentrionale dell’emisfero boreale; spesso con significato ristretto alle regioni settentrionali dell’Europa.
Con la denominazione complessiva di lingue n. ci si riferisce alle lingue germaniche del gruppo settentrionale: norvegese, islandese, danese, svedese. Nella sua fase più antica, protonordica o norrena, che dura approssimativamente fino all’8° sec., questo gruppo ha ancora un carattere unitario, come risulta dalle iscrizioni runiche, proprie di tutto il territorio nordico. Durante l’epoca dei Vichinghi (dall’8° al 16° sec.) il nordico appare differenziato in due sottogruppi: occidentale (norvegese e islandese), e orientale (danese e svedese). Un posto preminente spetta in questo periodo all’Islanda, tanto che spesso il termine n. antico viene usato come sinonimo di islandese antico. A partire dal 16° sec. tutte le lingue n. entrano nella loro fase moderna.
preistori
a La locuzione civiltà n. comprende gli aspetti delle civiltà preistoriche dei paesi baltici, dove l’uomo apparve dopo il ritiro del grande ghiacciaio pleistocenico. L’evoluzione delle tombe del Neolitico fu analoga a quella che si riscontra nelle civiltà megalitiche diffuse nel resto d’Europa: dal dolmen ai cosiddetti letti dei giganti, alle tombe con corridoio fino a quelle costituite da casse di pietra. Alle tombe megalitiche si accompagnarono una ceramica ricca e varia, decorata di motivi graffiti, armi e strumenti di pietra levigata, oggetti d’ambra. Nelle regioni scandinave abbondano figurazioni rupestri in stile naturalistico che hanno come oggetto il mondo animale. Con l’età del Bronzo (2° millennio a.C.) si diffusero soprattutto in Germania, grazie all’incremento dei commerci con l’Europa meridionale, oggetti enei decorati con motivi a spirale. Al repertorio figurativo neolitico si aggiunse la figura umana e la barca solare, legata al culto dei morti. All’inumazione seguì la pratica della cremazione, con i tipici sepolcreti di Lausitz con urne biconiche. L’età del Ferro (in ritardo rispetto alle regioni mediterranee) si sviluppò sotto influssi culturali provenienti dalle genti illiriche e celtiche dell’Europa centrale.
Guerra n. dei sette anni Conflitto che impegnò dal 1563 al 1570 la Svezia contro una coalizione fra Danimarca, Moscovia, Polonia e la città anseatica di Lubecca. Causa dell’attrito con la Danimarca fu il rifiuto del re danese Federico II di rinunciare ai suoi diritti sulla Svezia, risalenti all’unione di Kalmar; lo scontro con la Moscovia, invece, fu provocato dal monopolio assunto nel commercio del Baltico dal porto di Narva, conquistato da Ivan il Terribile. Nel 1569 la Svezia concluse la pace con la Polonia, e l’anno successivo quella con la Danimarca e Lubecca, senza mutamenti territoriali. Il conflitto russo-svedese proseguì invece fino al 1595.