Scienza che ha per oggetto la ricerca, la conservazione, lo studio e l’edizione dei testi scritti su papiro.
Studia anche gli scritti in greco e latino, redatti su materiali mobili, quali pergamene, òstraka, laminette metalliche, tavolette lignee e stoffe.
La papirologia nacque con la riscoperta in epoca moderna del p. come materiale scrittorio. Un primo interesse fu suscitato dal ritrovamento, tra il 1752 e il 1754, in quella che venne detta appunto villa dei Papiri di Ercolano, di più di 1800 rotoli carbonizzati, quasi tutti greci e contenenti opere di filosofia epicurea. La loro pubblicazione iniziò nel 1793 (del loro studio si occupa ora il Centro internazionale per lo studio dei papiri ercolanesi Marcello Gigante, con sede a Napoli). Al 1788 risale invece l’edizione del primo p. greco proveniente dall’Egitto, la Charta Borgiana, così detta dal nome del proprietario, il cardinale Stefano Borgia, e contenente una lista di persone che avevano lavorato ai canali di una località del Fayyum (192 d. C.).
Nonostante l’interesse suscitato da questi ritrovamenti, fu necessario aspettare gli ultimi decenni dell’Ottocento per avere scavi volti specificamente all’acquisizione di p. greci e latini. Vennero alla luce papiri in grandi quantità, soprattutto ad Arsinoe, capitale del Fayyum, e più a S, a Eracleopoli e a Ermupoli. Gli Austriaci, grazie all’arciduca Ranieri, furono tra i primi ad approfittarne, acquistando rotoli a migliaia, seguiti dai grandi musei di Berlino, Parigi, Londra. Accanto a testi già noti della letteratura greca e cristiana, si trovarono opere perdute quali la Costituzione degli Ateniesi di Aristotele (edita nel 1891), le Orazioni di Iperide (1891), i Mimiambi di Eroda (1891), le Odi di Bacchilide (1897). Tra i pionieri della papirologia si ricordano gli inglesi F.G. Kenyon, B.P. Grenfell, A.S. Hunt, i francesi P. Jouguet, G. Lefebvre, il tedesco U. Wilcken e l’austriaco C. Wessely. In particolare, Grenfell e Hunt, con gli straordinari ritrovamenti a Ossirinco (1896-1907) prepararono le prime edizioni scientifiche di p. (Oxyrhynchus Papyri).
Nel 1908, per iniziativa del filologo G. Vitelli, fu costituita a Firenze la Società italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto, che finanziava acquisti e scavi. Vitelli formò una scuola fiorentina (tra i principali collaboratori e allievi: E. Breccia, E. Pistelli, M. Norsa, V. Bartoletti) che, tra l’altro, diffuse la papirologia nella cultura italiana e la portò a livelli europei. Altri centri di studio papirologico si costituirono a Milano: presso l’Università Cattolica nel 1922 con A. Calderini (se ne ricordano i Papyri Mediolanenses e la rivista di papirologia e di egittologia Aegyptus) e presso l’Università Statale con A. Vogliano (che diede inizio nel 1937 alla serie dei Papiri Milano Vogliano e agli scavi nel Fayyum). L’attuale Istituto papirologico G. Vitelli di Firenze, fondato nel 1928, trae origine dalla citata Società italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto e ha lo scopo di raccogliere, mediante scavi e acquisti, p. greci e latini per studiarli e pubblicarli.
Studia i p. scritti dal 7° sec. all’11°, che si sono conservati perché riposti in archivi o biblioteche d’Europa. La documentazione, molto scarsa, è composta prevalentemente da documenti pubblici e privati, scritti in latino. Tra di essi, si ricordano: i diplomi dei re merovingi (7° sec.); i p. di Ravenna, specie nel periodo in cui fu capitale (5°-10° sec.) dell’Impero d’Occidente e del Regno ostrogoto; i p. della curia pontificia (l’ultimo è del 1057). Il papiro usato era ancora di provenienza egizia. Fra i maggiori studiosi di papirologia medievale si possono citare S. Maffei, G. Marini, J.O. Tjäder; importantissime le monumentali raccolte dei Codices e delle Chartae Latinae Antiquiores.
È suddivisa in egizia, aramaica, nubiano-meroitica e araba con riferimento alle lingue usate nei papiri. Molte migliaia di testi sono redatti in lingua egizia nelle diverse scritture (geroglifico, ieratico, demotico e copto) e spaziano dalle prime dinastie faraoniche ai testi della religione copta (epoca bizantina). Altrettanto numerosi sono i p. arabi che si trovano dalla conquista araba dell’Egitto (641 d. C.) fino al termine dell’utilizzazione della carta di p. (11° sec.). Le maggiori collezioni (svariate decine di migliaia) di p. egizi e arabi sono conservate al Cairo e a Vienna e sono in gran parte inedite. I p. scritti nelle altre lingue antiche costituiscono dei piccoli nuclei: i nubiani, redatti in una lingua di derivazione egiziana; gli aramaici, appartenenti a una colonia ebraica emigrata in Egitto, soprattutto a Elefantina, risalgono prevalentemente al 5° sec. a.C. Altri rotoli aramaici ed ebraici di p. e di pergamena sono stati rinvenuti nelle grotte di Qumrān (dal 1947), tra i quali importanti testi biblici.