Polonia
Una grande pianura abitata dagli Slavi occidentali
Una storia tormentata e un territorio pianeggiante e aperto: ma la Polonia ha conservato la sua identità culturale, ricca e caratteristica, di paese slavo in stretto rapporto con l’Europa occidentale. Lo sviluppo più recente, la mobilità della popolazione, i legami culturali ed economici stanno sostenendo la crescita della Polonia e la sua sempre maggiore integrazione con il resto dell’Europa
Il territorio della Polonia rientra quasi tutto nella grande fascia di pianura che, senza interruzioni, occupa l’Europa centrosettentrionale. Solo lungo il confine meridionale, i Monti dei Giganti, nella catena dei Sudeti, e poi i Beschidi e gli Alti Tatra (a loro volta parte dei Carpazi), movimentano il paesaggio; si tratta comunque di rilievi poco elevati, che solo in qualche cima raggiungono altitudini davvero montane, fino ai 2.500 m negli Alti Tatra.
Subito a nord della fascia montuosa si estendono gli altipiani della Piccola Polonia, della Galizia e del Roztocze, incisi e separati dalla valle della Vistola.
La Vistola è il principale fiume polacco, quello intorno al quale si è formato, nel tardo Medioevo, il cuore dello Stato polacco. Il suo corso attraversa al centro tutto il paese, ricco di grandi fiumi (come l’Odre/Oder a ovest e il Bug a est), in gran parte navigabili, e soprattutto di laghi: la Masuria, in particolare, regione nordorientale ricoperta da foreste, è occupata da un numero impressionante di laghi e di acquitrini.
La costa, infine, è bassa e sabbiosa nella Pomerania, e orlata da paludi e lagune nella Prussia, tanto che mancano i buoni porti: in pratica, c’è solamente quello della città di Danzica.
Il Mar Baltico, che bagna la costa polacca, è un mare freddo e non attenua il clima, che risulta decisamente continentale.
Il popolamento della Polonia è relativamente antico, ma a lungo è stato piuttosto rado, disperso nella vastissima pianura occupata, nel tempo, da popoli diversi. Fino alla Seconda guerra mondiale, un terzo della popolazione dello Stato polacco era formato da ebrei, Tedeschi, Ucraini, Russi bianchi. Poi, i massacri effettuati dai nazisti e i trasferimenti di milioni di persone stravolsero la composizione etnica: la Polonia, infatti, acquistò a ovest la Slesia (ricchissima di carbone) e parte della Pomerania, dove vivevano molti Tedeschi che allora si trasferirono in Germania, mentre perse alcune terre a est – dove vivevano anche molti Polacchi – a favore della Russia Bianca e dell’Ucraina. In pratica, la Polonia si è come ‘spostata’ verso ovest di circa 200 km e oggi ha solo piccole minoranze etniche.
Le città polacche a lungo furono poche e di modeste dimensioni. Solo nell’Ottocento alcune, come la capitale Varsavia (1.672.000 ab.), Łódź (789.000), Cracovia (in polacco Kraków, 759.000), Breslavia (Wroclaw), Poznán, si industrializzarono e cominciarono a crescere. Ma la maggior parte della popolazione abitava nelle campagne, e ancora oggi gli abitanti delle città, nell’insieme, non sono moltissimi. Il cuore dell’economia polacca, del resto, è sempre stata l’agricoltura (cereali) e solo di recente l’industria (metallurgica, meccanica, chimica, tessile) ha assunto importanza. Da quando la Polonia ha rafforzato i legami con i paesi dell’Europa occidentale – fino a entrare nell’Unione europea – l’economia si è diversificata e arricchita e sono aumentati i flussi di persone: molti Polacchi vanno a lavorare all’estero, molti turisti occidentali visitano la Polonia.