romano-barbàrici, régni Reami nati dall'insediamento (fra il 5° e il 6° sec. d.C.) di popolazioni germaniche nelle province dell'Impero romano d'Occidente.
I primi r.r.-b. nacquero all'inizio del 5° sec.: la data convenzionale è il 31 dic. 406, quando le popolazioni barbariche, vinta la resistenza romana lungo il fiume Reno, si riversarono in Gallia (dove si stanziarono franchi, burgundi e visigoti) e in Iberia (occupata da vandali e svevi). Seguirono diversi spostamenti: i visigoti si trasferirono in Spagna, i vandali in Africa settentr., angli e sassoni in Britannia, gli ostrogoti (489) in Italia, da cui furono cacciati dall'imperatore bizantino Giustiniano e dove in seguito (568) giunsero i longobardi. In tutti questi regni una piccola minoranza di conquistatori si impose sulla maggioranza della popolazione romanizzata. A dividere i barbari e i romani erano la lingua, la struttura di comando, la religione, così che i processi di integrazione, non sempre coronati da successo, furono in larga parte legati ai singoli contesti.
Un elemento che favorì l'integrazione fu costituito dai rapporti, precedenti le invasioni, tra romani e barbari: questi ultimi infatti avevano servito nell'esercito romano come mercenari, oppure, in quanto alleati, si erano stanziati nelle province di confine dell'Impero. Fu questo il caso degli ostrogoti, il cui re Teodorico era stato educato presso la corte imperiale e dopo la conquista dell'Italia aveva mantenuto in vita le istituzioni e le leggi di Roma, cercando la collaborazione dei nobili romani; agli ostrogoti era riservata la partecipazione all'esercito, mentre ai romani spettavano gli uffici e la burocrazia. I vandali, invece, adottarono una politica aggressiva, spossessando e spesso eliminando i grandi proprietari romani e imponendo a tutta la popolazione la conversione all'arianesimo. Indeboliti dall'opposizione cristiana, furono attaccati e sconfitti dall'imperatore Giustiniano.
Fra tutti i popoli germanici, però, furono i franchi a integrarsi con più successo con i romani, soprattutto grazie al fatto che, essendo gli invasori di religione pagana, quando si convertirono al cristianesimo (496) abbracciarono la dottrina della Chiesa di Roma (e non l'arianesimo, come gli altri popoli germanici), che fu un decisivo fattore di incontro. In Gallia inoltre sopravvissero molte famiglie di latifondisti romani e, con essi, le loro proprietà e le loro tecniche di produzione. La potenza di questo regno crebbe con il tempo, culminando con l'incoronazione (800) a imperatore del Sacro romano impero di Carlomagno.