Ciò che rimane di un tutto, cui è stata tolta oppure è venuta meno una parte. matematica Nell’aritmetica elementare, il r. della divisione di un numero a per un numero b (a, b, interi positivi) è il numero r (eventualmente nullo) che si ottiene sottraendo il numero b dal numero a il maggior numero di volte senza però ottenere un risultato negativo; r è quindi il numero univocamente determinato dalle condizioni: 1) 0≤r<b; 2) esiste un intero q tale che a=bq+r. Queste due condizioni definiscono univocamente il r. della divisione di a per b anche quando a, b siano interi relativi qualsiasi, purché sia b≠0.
Nella teoria delle serie, si chiama resto n-esimo di una serie σ, a1+a2+… +an+an+1+…, la serie σn data dai termini di σ seguenti il termine n-esimo, cioè la serie an+1+an+2+… Il comportamento della serie σn è lo stesso di quello della serie σ, e, nell’ipotesi che esse siano convergenti, indicate con σn e σ le rispettive somme, si ha σ = σn+a1+… +an. psicologia In psicanalisi, r. diurni, espressione usata da S. Freud nella Interpretazione dei sogni a denotare quei contenuti della veglia che compaiono all’interno del sogno o delle associazioni libere. I r. diurni sono in rapporto più o meno stretto con i pensieri del sogno o sotto forma di desideri non realizzati della veglia o come elementi, apparentemente insignificanti, in funzione della loro associazione con il desiderio del sogno (in questo caso sono stati sottoposti al meccanismo di spostamento, uno dei meccanismi del sogno, per sottrarre il contenuto latente alla censura).