Magistrato di Roma antica e anche di alcune città latine e volsce. Inizialmente addetti alla custodia dei templi (aedes) delle divinità plebee (Cerere, Libero e Libera), a partire dal 367 a.C. gli e. furono [...] dai concili della plebe) ed e. curuli (2 membri, eletti dai comizi tributi, che potevano essere sia patrizi sia plebei), che finirono comunque per formare un unico collegio. Privi di imperium, restavano in carica un anno; loro funzioni erano la ...
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Commedia (1582) del filosofo G. Bruno (1548-1600). Ambientata nella Napoli del 1576, e scritta in un volgare popolaresco ricco di napoletanismi plebei, affronta in modo satirico "tre materie principali" [...] e "l'amor di Bonifacio, l'alchimia di Bartolomeo e la pedanteria di Manfurio". Sulla figura di quest’ultimo non è provata l’ipotesi che Bruno possa essersi in qualche modo ispirato a Giovanni Manfurio, ...
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OGULNIA, LEGGE
Gaetano Scherillo
LEGGE. È il plebiscito, proposto dai tribuni Q. e Cn. Ogulnio e approvato, non senza resistenze da parte dei patrizî, nel 300 a. C. (454 di Roma), il quale aprì ai plebei [...] auguri a nove, stabilendosi che quattro dei pontefici e cinque degli auguri dovessero essere plebei. Probabilmente, come avvenne per le magistrature, si riconobbe ai plebei l'accesso anche agli altri posti dei due collegi, quantunque in pratica ciò ...
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Tribuno della plebe (376-367 a. C.), insieme con Gaio Licinio Stolone e con lui autore delle leggi Licinie Sestie, in conformità delle quali egli ebbe (366), primo tra i plebei, il consolato. ...
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. Plebiscito del 445 a. C., proposto dal tribuno della plebe C. Canuleio per riconoscere, contro il divieto confermato nelle XII tavole, validità al matrimonio fra patrizî e plebei, e approvato dopo gravi [...] interpretate in sensi variamente restrittivi: così il Vico credeva che la legge mirasse a estendere alle nozze fra plebei le forme proprie dei matrimonî patrizî; il Bernhöft vedeva una connessione fra la legge e il riconoscimento del matrimonio ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Roma repubblicana
Cristiano Viglietti
Intorno al 500 a.C. Roma si dà una nuova costituzione in cui i poteri del re vengono divisi tra più persone e in particolare tra due consoli eletti ogni anno dal [...] da sempre esistente a Roma e che nell’alta età repubblicana si fa più marcata e drammatica, cioè quella tra patrizi e plebei. I patrizi erano i discendenti dei primi senatori creati da Romolo e di altri personaggi di alto rango le cui famiglie erano ...
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(lat. Ovinia lex) Legge comiziale romana che attribuì ai censori la lectio senatus, il diritto di redigere la lista dei senatori (prerogativa fino allora dei consoli), e stabilì che la scelta avvenisse [...] egualmente tra patrizi e plebei. Fu proposta da un tribuno Ovinio alla fine del 4° sec. a.C., dopo l’ammissione dei plebei alla censura (319). ...
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GIULIA, GENTE
Giuseppe Cardinali
È il nome di una delle più famose genti patrizie romane, che poi, a partire dal sec. I a. C., vediamo diffuso anche fra i plebei. Dai fasti consolari risulta che la [...] gente patrizia fu molto in fiore nel sec. I della repubblica, ma poi, press'a poco, non se ne sente più parlare sino alla fine del sec. III a. C., alla quale appartiene un Sesto Giulio Cesare, pretore ...
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Il corpo aristocratico
Volker Hunecke
Nell'attuale storiografia è invalsa l'abitudine di descrivere a rosee tinte il destino della nobiltà europea nei secoli precedenti e successivi alla Rivoluzione [...] alla n. 71. Da una di queste unioni nacque l'unica nobildonna che nel corso del Settecento sposò a sua volta un "plebeo" (v. V. Hunecke, Der venezianische Adel, pp. 180 ss.).
81. M. Ferro, Dizionario, I, pp. 689 s.
82. O.T. Domzalski, Politische ...
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SULPICIO RUFO, Servio (Servius Sulpicius Rufus)
A. Longo
Personaggio romano di antica e nobile famiglia, tribuno militare nel 378 a. C. combatté contro i Latini a favore di Tuscolo e partecipò alla rivoluzione [...] che portò i plebei al consolato.
Ci rimane il suo ritratto su monete d'oro e d'argento coniate nel 43 a. C da un L. Servio Rufo, che fu probabilmente un suo discendente (Grüber, i, 4204, p. 566) Non c'è dubbio che si tratti del liberatore di Tuscolo, ...
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plebeo
plebèo (ant. raro plebèio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. plebeius, der. di plebs plebis «plebe»]. – 1. Della plebe, appartenente alla plebe dell’antica Roma: le magistrature p.; i consoli p.; persona di origine p.; come sost.: le lotte...
quindecenviro
quindecènviro (o quindecèmviro) s. m. [dal lat. quindecimvir, comp. di quindĕcim «quindici» e vir «uomo»]. – Ciascuno dei quindici membri del collegio sacerdotale (propr. quindecimviri sacris faciundis) dell’antica Roma, al quale...