Nome di un’unità stratigrafica dell’Appennino Umbro-Marchigiano, caratterizzata da calcari marnosi e marne con selce a frattura scagliosa, di colore variabile dal rosso mattone al grigio cenere.
Massa rocciosa accavallata al di sopra di un’altra per il tramite di una superficie di faglia inversa a debole inclinazione rispetto all’orizzontale, o in seguito all’esasperazione di una piega-faglia che si associa spesso ad altre, formando una tipica struttura tettonica detta a scaglie.
Lembo di materiali rocciosi strappato al substrato e trascinato lungo una superficie di sovrascorrimento.
Lamina di ossido di ferro che si forma sui pezzi metallici in conseguenza di trattamenti termici o di lavorazioni a caldo. L’operazione di rimozione delle s. (scagliatura) viene eseguita con procedimenti di sabbiatura o con l’impiego di particolari abrasivi: pallini di ghisa o d’acciaio, pezzetti di filo d’acciaio ecc., che agiscono come veri e propri proiettili sulle s. e le rimuovono dal pezzo. Quest’ultimo, successivamente, viene sottoposto a pulitura chimica.
Ciascuna delle formazioni lamellari del dermascheletro dei pesci, di natura connettivale. Nell’uso comune il termine è considerato come equivalente di squama, denominazione che sarebbe più proprio riservare alle formazioni cutanee degli Amnioti (squame di Rettili e simili), che sono costituite da cellule epiteliali corneificate. Le s. dei pesci si distinguono in s. placoidi (Condroitti), s. ganoidi (Lepisosteiformi e Polipteriformi) e s. cicloidi e ctenoidi (Teleostei).
Le s. placoidi, dette anche dentelli cutanei, constano del dentello e di una placca basale, situata nello strato lasso del derma, sulla quale è impiantato il dentello. Questo, come i denti, è composto di dentina e di un rivestimento sottile di smalto (vitrodentina). Nel loro insieme costituiscono la zigrinatura della pelle degli squali. Le s. ganoidi, rappresentate nei pesci attuali in Lepidosiren e nei Polipteriformi, ebbero larga diffusione nei pesci di epoche geologiche passate. A forma di losanga, appiattite e giustapposte, articolate fra loro, constano di uno strato esterno e di uno interno: il primo, risplendente, costituito di ganoidina, sostanza simile alla dentina, quello interno compatto formato di isopedina. Le s. cicloidi e le s. ctenoidi infine, di forma poligonale o ellittica, o a contorno circolare, sono formazioni sottili a superficie in genere non liscia, pieghevoli o mollicce, costituite esternamente di ialodentina, internamente di uno strato fibrillare di natura collagena, paragonabile alla sostanza fondamentale delle ossa. Talora argentate o iridescenti, per la presenza di minuti cristalli di guanina, le s. cicloidi sono contenute in tasche dello strato lasso del derma, sporgenti sul piano cutaneo e disposte a embrice l’una sull’altra.
Le s. si sviluppano in stadi precoci, in corrispondenza di sollevamenti dell’epidermide sotto i quali si addensano cellule mesenchimali in fase di moltiplicazione. Quando si è compiuta la differenziazione dei due strati che la compongono, la s. si estende ulteriormente sollevandosi dal piano cutaneo, ricoperto dall’epidermide, e assume l’inclinazione che porta alla caratteristica disposizione embricata.