(alb. Tiranë) Città capitale dell’Albania (475.577 ab. nel 2017), capoluogo dell’omonima prefettura (1238 km2 con 519.720 ab. nel 2001). È situata a poco più di 100 m s.l.m. in una conca ai piedi del Monte Dajtit (1612 m), dove scorrono corsi d’acqua che confluiscono nell’Ishm. Il clima è di tipo mediterraneo, con una temperatura media annua di circa 16 °C; l’estate è piuttosto calda (25 °C, media di luglio) e l’inverno mite (6 °C, media di gennaio). Le precipitazioni variano moltissimo, ma sono generalmente abbondanti (oltre 1500 mm annui; sui rilievi circostanti superano i 2500 mm).
Dal 1920, quando divenne capitale dell’Albania, T. ha registrato un notevole sviluppo urbanistico e, insieme, un consistente incremento di popolazione (da 60.000 ab. nel 1950 a 170.000 ab. nel 1970). L’originario aspetto orientale della città (con moschee, bazar, case con giardini recintati da alte mura) si è parzialmente perduto, a eccezione del nucleo antico, che ha conservato i caratteri tradizionali. Infatti, ;dopo gli anni 1950, in seguito alla consistente espansione edilizia e alle trasformazioni avvenute in alcuni vecchi quartieri, T. è venuta ad assumere una struttura urbanistica moderna, con arterie stradali larghe e rettilinee affiancate da alberature, grandi edifici pubblici e privati, alberghi, banche. Nel dicembre 1990 il crollo del regime comunista, seguito dall’instabilità politica e da una fortissima crisi economica e sociale, ha avuto ripercussioni significative in tutta l’Albania e particolarmente nella sua capitale, che ha subito un progressivo degrado del tessuto urbano (anche per la mancanza di manutenzione degli edifici) e un decadimento complessivo della qualità della vita, a fronte di un improvviso e pesante aumento del carico demografico, causato dai consistenti flussi di immigrati provenienti dalle campagne e dalle montagne. La vicinanza al porto di Durazzo, al quale è collegata da una linea ferroviaria, la posizione di importante nodo stradale, la presenza di un aeroporto internazionale avevano favorito un certo sviluppo economico: alle tradizionali manifatture di tappeti, alle industrie tessili e a quelle alimentari, si erano aggiunti stabilimenti nel settore meccanico, chimico, calzaturiero, cartario, del cemento. La crisi, accompagnata da incontrollate privatizzazioni, ha prodotto una complessiva paralisi economica, resa più acuta, tra la fine degli anni 1990 e l’inizio del nuovo secolo, dal massiccio afflusso di profughi determinato dalla guerra del Kosovo. Dalla crisi T. è andata lentamente riprendendosi negli anni successivi.
Fu fondata al principio del 17° sec. dal generale turco Sulaimān Pascià, che le diede il nome di Teheran (a ricordo di una vittoria riportata in Persia), poi trasformatosi in Tirana. Successivamente passò ai Toptani; nel 19° sec. fu teatro di duri scontri tra i pascià di Scutari e i bey locali, che tendevano al conseguimento dell’autonomia.
Testimonianza degli edifici islamici, nella piazza principale della città, è la moschea di Ethem Bey (1789-1823), di dimensioni contenute; le si affianca la Torre dell’Orologio (1821-22, attuale simbolo cittadino). Tra le opere del 21° sec., spicca l’aereoporto internazionale Nënë Tereza (Studio Hin Tan Associates, 2008) e il progetto per il Piano urbano di sviluppo di un’area residenziale, con parco e servizi pubblici, a ridosso del Lago di T. nell’area sud della città (concorso vinto nel 2008 dallo studio olandese MVRDV, con programma di realizzazione a partire dal 2010). Vari e interessanti i musei. Dal 2001 a T. si svolge la Biennale d’arte contemporanea.