Cultore di scienze agrarie russo (Karlovka, Poltava, 1898 - Kiev 1976). In polemica con la genetica classica, nel 1935-36 sostenne una teoria di impronta neolamarckista, secondo la quale i caratteri acquisiti modificando le condizioni ambientali e l'alimentazione sarebbero potuti diventare parte del patrimonio ereditario degli organismi. L. fu a lungo sostenuto da Stalin e dal Partito comunista sovietico, fino a quando non fu riconosciuta la fallacia delle sue ipotesi.
Lavorò presso gli istituti di orticoltura di Poltava (1913), di Umansk (fino al 1921), di Kiev, di Gandža nell'Azerbaigjan e poi di Odessa. Eseguì ricerche sul periodismo della vegetazione, da cui giunse alla teoria delle fasi dello sviluppo e alla tecnica della "vernalizzazione" (peraltro già nota prima di lui). Nel 1935-36 cominciò una violenta campagna contro i principi fondamentali della genetica, negando le teorie di G. Mendel e sostenendo invece una teoria, che risale al frutticoltore I. V. Mičurin, secondo la quale modificando le condizioni ambientali e l'alimentazione si potrebbe alterare stabilmente la costituzione ereditaria degli organismi, Il partito comunista e personalmente Stalin approvarono questa teoria ritenendola conforme alla filosofia marxista. Di conseguenza, i cultori della genetica classica furono rimossi dai posti che occupavano. N. I. Vavilov, presidente dell'Accademia Lenin di scienze agrarie, fu confinato a Magadan in Siberia, e L. assunse (1938) la presidenza di tale Accademia e (1940) la direzione dell'Istituto di genetica dell'Accademia delle scienze. Gli esperimenti portati a sostegno della teoria di L. non furono confermati dai biologi dei paesi occidentali, e ciò determinò una rottura fra la genetica sostenuta dal regime sovietico e quella dei paesi occidentali, che L. continuò a fare oggetto di scherno e derisione. Dal 1956 in poi l'egemonia di L. cominciò a decadere. Si riconobbe la fallacia della teoria di L., anche sul piano pratico, e la protezione del Partito gli venne meno. Infine venne estromesso dalle cariche più importanti che occupava, mentre i genetisti che egli aveva fatto esonerare dagli incarichi erano restituiti ai posti principali e riportavano entro i confini tradizionali l'indagine genetica in URSS.