tuffo Esercizio consistente nel lanciarsi in acqua da altezze fisse secondo particolari tecniche e stili.
Lo sport dei t., originario della Germania, ha visto negli anni una supremazia di svedesi, messicani, australiani e statunitensi; successivamente, a partire dagli anni 1970, si sono imposti anche atleti dei paesi dell’Europa orientale e, più tardi, della Cina. L’Italia conquistò il primo titolo olimpico nel 1968, ai Giochi olimpici di Città di Messico, con K. Dibiasi. Negli stessi anni si mise in evidenza anche F. Cagnotto, campione europeo del trampolino (1970), vincitore della medaglia d’argento dal trampolino e di quella di bronzo dalla piattaforma alle Olimpiadi di Monaco (1972) e di quella d’argento dal trampolino ai Giochi di Montreal (1976).
I t. da 1 e 3 m sono eseguiti da un trampolino elastico, e quelli da 5 e 10 m da una piattaforma rigida, secondo determinate regole. Nei t. da fermo, il tuffatore deve posizionarsi all’estremità del trampolino o della piattaforma con corpo diritto, testa eretta, gambe riunite, braccia allungate in avanti all’altezza e alla larghezza delle spalle, dita riunite. Le braccia devono quindi essere alzate oppure abbassate lungo il corpo prima dello slancio. Per i t. con rincorsa, il movimento delle braccia è consentito dall’istante in cui il tuffatore sta per effettuare il primo passo di rincorsa. Nei t. dal trampolino, il distacco deve essere eseguito sui due piedi contemporaneamente, mentre per i tuffi dalla piattaforma, il distacco può essere effettuato su un solo piede. Il t. si può eseguire (v. fig.) in avanti con fronte all’acqua o con fronte al trampolino (t. ritornato); all’indietro con fronte al trampolino o con fronte all’acqua (t. rovesciato). Durante il volo, la posizione del corpo può essere, a seconda del t.: tesa (corpo allungato, senza flessione delle anche o delle ginocchia; gambe unite, piedi e dita allungati.); carpiata (corpo piegato all’altezza delle anche, gambe unite e distese, ginocchia, piedi e dita allungati); raggruppata (tutto il corpo è ripiegato su sé stesso, ginocchia unite, piedi e dita allungati); libera (il corpo non è obbligato a una determinata posizione, ma le gambe devono essere unite e le punte dei piedi tese). La posizione di raggruppamento deve essere più stretta possibile, con le braccia tenute secondo una scelta del tuffatore. L’entrata in acqua deve essere fatta sulla linea verticale, con il corpo perfettamente teso, con le braccia distese al disopra del capo, le gambe e i piedi perfettamente allungati. I giudici di gara (7 nelle principali manifestazioni internazionali) danno ciascuno un voto fra lo 0 e il 10 con mezzi punti fra lo 0 e il 10, secondo la propria opinione personale, seguendo il criterio: a) t. completamente mancato, punti 0; b) t. mal riuscito, da 0,5 a 2; c) t. mediocre, da 2,5 a 4,5; d) t. soddisfacente, da 5 a 6; e) t. ben riuscito, da 6,5 a 8; f) t. molto ben riuscito, da 8,5 a 10. La valutazione del t. si basa sulla tecnica e l’eleganza esibite dall’atleta nelle fasi di partenza, rincorsa, distacco, volo ed entrata in acqua. Nei t. sincronizzati, inclusi nel programma olimpico a Sydney (2000), due atleti della stessa squadra eseguono lo stesso tuffo contemporaneamente.
In Italia il settore dei t. fa parte della Federazione Italiana Nuoto (FIN).