(russo Tungusy) Popolazione dell’Asia settentrionale, distribuita nei vastissimi territori fra lo Enisej e l’Oceano Pacifico, il Mare Artico e la frontiera cinese. Fra i principali gruppi dei T.: gli Oroci, gli Oroki, i Goldi, i Lamuti, i Manciù.
Sono tradizionalmente cacciatori di foresta e di tundra, e anche allevatori di renne; qualche gruppo meridionale alleva cavalli, altri i cani, impiegati per trainare le slitte. Nel Nord la renna è animale da carne e da tiro; nel Sud viene anche munta e non di rado cavalcata. Qualche gruppo è passato a economia sedentaria agricola. La società è basata sulla ripartizione in clan esogamici patrilineari e in grandi famiglie agnatizie; alcuni T. praticano il matrimonio per scambio, la poliginia, il levirato.
La religione cristiana, superficialmente accolta (nella confessione ortodossa), non ha fatto sparire le credenze precedenti, fra cui ha speciale rilievo lo sciamanismo, né l’uso di esporre i defunti su piattaforme sollevate dal suolo. Differenze sensibili si rilevano fra i vari gruppi nella nozione dell’Essere supremo; presso gli Evenki meridionali Buga («cielo», «mondo», «luogo») si caratterizza come divinità cosmica totale più che semplicemente celeste; è creatore e sostenitore dell’ordine dell’universo, ma non ha rilievo nella vita umana corrente, per cui è privo di culto. Presso gli Evenki occidentali, Mayin, il ‘Datore di vita’, esercita il dominio sulle renne domestiche e gli si consacrano renne bianche. Ad Änduri dei Goldi dell’Amur ci si rivolge per avere successo nella caccia. Nella zona della Tunguska Pietrosa con la figura della Bugady Mušun («Signora del mondo») si ha la sola figura divina femminile tungusa che nel nome manifesta un rango pari e forse complementare a quello dell’Essere supremo celeste. Nel dominio della caccia (e della pesca) le sovranità e le funzioni che collegano i suoi oggetti e le sue attività con il mondo divino sono articolate in figure soprannaturali o spiriti. Accanto ai protettori della fauna collegati con il singolo animale vi sono i protettori superindividuali dell’intera specie e signori delle sfere naturali. Si hanno infine grandi figure divine che sovraintendono alla caccia e al suo ambiente nella loro totalità. Concomitante alle figure divine più o meno rilevanti si estende il vasto mondo delle presenze degli spiriti dei morti.
I dialetti t. appartengono alla sezione manciù-tungusa della famiglia linguistica altaica e sono attualmente in via d’estinzione. I tratti più notevoli sono la presenza di un’armonia vocalica, sebbene imperfetta, la collocazione inversa del genitivo, la posizione libera del complemento oggetto. Presentano inoltre alcuni caratteri arcaici nella fonetica, per es. la conservazione di p protoaltaico, scomparso nel turco e nel mongolico e passato a f nel manciù (cfr. tunguso para «slitta», di fronte al manciù fara).