Impianto di sollevamento per persone, costituito da una cabina che scorre verticalmente tra due guide, sostenuta e mossa da funi d’acciaio o da un dispositivo idraulico.
I primi a., entrati in uso verso la metà del 19° sec., funzionarono con motrici a vapore, sostituite in seguito da motrici idrauliche: il primo tipo di a. idraulico fu presentato all’Esposizione di Parigi (1867); il primo a. elettrico risale al 1880. Gli a. oggi in uso sono in massima parte elettrici, ma quelli oleodinamici si stanno affermando specialmente nel campo dei montacarichi. Si distinguono a. lenti, normali (quelli usati di solito negli edifici di abitazione) e veloci, con velocità fino a 0,4 oppure 0,8 o 1,2 m/s rispettivamente; nei grattacieli si raggiungono velocità fino a 8 m/s e negl’impianti di estrazione fino a circa 20 m/s.
I principali organi di un a. elettrico sono (fig.): l’argano (a), le funi (b), la cabina (c), il contrappeso (d), il quadro elettrico (g).
L’ argano, normalmente, è con motore elettrico asincrono trifase (e), raramente a corrente continua, disposto generalmente in alto. Il motore aziona l’argano, con accoppiamento rigido o elastico, tramite un riduttore a ingranaggi. L’argano è munito di freno a ceppi (f) per l’arresto, azionato da un elettromagnete o da un motorino ausiliario ed è per lo più dotato di regolatore di velocità. In alcuni casi, oltre al motore principale ve n’è un secondo, di minore potenza, che comanda un riduttore ausiliario a bassissima velocità per il livellamento (autolivellatore), il quale riduce la velocità a 1/10-1/20 di quella normale, alla partenza e all’arrivo. Allo scopo di ottenere una seconda velocità vengono impiegati anche motori a doppia polarità.
Le funi sono di acciaio ad alta resistenza, molto flessibili. Negli impianti a frizione vi è una fune che porta sospesi, a un capo la cabina, all’altro il contrappeso; in quelli a tamburo e ad avvolgimento vi sono invece almeno due funi indipendenti che sostengono la cabina e il contrappeso; esse debbono essere calcolate a sola trazione, per il carico statico massimo di esercizio, con un coefficiente di sicurezza convenzionale non minore di 12.
La cabina, destinata ad accogliere il carico, è di legno o di lamiera metallica e scorre tra guide formate da profilati d’acciaio fissati alle pareti del vano in cui l’a. è montato, abbracciate da speciali pattini detti mancorrenti. Dispositivi di blocco, meccanico o elettrico, ne garantiscono la sicurezza nell’apertura. Deve essere dotata di apparecchio di allarme, ad alimentazione indipendente, con forte soneria, e di arresto automatico di sicurezza.
Il contrappeso è costituito da blocchi di ghisa tenuti insieme da un telaio di ferro e scorre tra le guide o funi metalliche; è proporzionato per equilibrare il peso della cabina vuota più circa la metà del carico, in modo che in tali condizioni il consumo di energia da parte del motore sia minimo. Per la manovra si usa un sistema di relè situato presso l’argano. I relè sono eccitati dalla pressione dei pulsanti posti sulla tastiera di cabina o di piano; un contatore mobile, che percorre spazi proporzionali alla escursione della cabina, diseccita i relè quando quest’ultima si trova al piano voluto.
I dispositivi di sicurezza sono costituiti dai freni paracadute che agiscono per l’allentamento o la rottura di una o più funi di sospensione o per l’intervento di un dispositivo centrifugo tarato al 40% in più della velocità di esercizio. Sugli a. veloci il dispositivo di sicurezza è realizzato in modo da agire progressivamente evitando strappi eccessivamente bruschi. Un sistema di blocco impedisce la marcia del motore quando è aperto uno dei cancelletti di piano o una porta della cabina.