Comune della prov. di Bari (174,3 km2 con 54.508 ab. nel 2019), situato a 118 m s.l.m. al margine settentrionale della conca di Bari. Noto per i suoi oliveti e vigneti, e per l’industria derivata. Altre attività nei settori metalmeccanico, tessile, dell’abbigliamento e dei materiali da costruzione.
Occupato fin dal Neolitico, Butuntum fu un importante centro peuceta; dal VI secolo le relazioni con alcune città della Magna Grecia, soprattutto Taranto, permisero alla città una rilevante crescita economica. Successivamente B. divenne oppidum della provincia romana di Calabria, dotato di un ampio territorio (Botontinus ager) percorso dalla via Traiana e dalla Mulis vectabilis. In età barbarica l'insediamento attraversò una fase di decadenza; saccheggiata dai Bizantini nei sec. 11° e 12°, libero comune fino al 1317, B. passò poi di signoria in signoria e dopo il 1507 costituì un marchesato per Consalvo di Cordova e i discendenti: nel 1551 riscattò la propria autonomia per denaro. Considerata in seguito un’importante piazzaforte, nel 1734, durante la guerra per la Successione di Polonia, fu teatro di una battaglia tra gli Austriaci e gli Spagnoli di don Carlo di Borbone, che, vincitore, poté ottenere il Regno di Napoli.
Fra i monumenti, la cattedrale (1175-1200) rappresenta, sull’esempio della basilica di S. Nicola di Bari, il completo sviluppo del romanico pugliese; rilevante anche il complesso di San Francesco d'Assisi, sorto nel primo decennio del XIV secolo su una preesistente cappella romanica dedicata a S. Maria Mater Domini.