Azione offensiva portata con artiglieria terrestre o navale o con mezzi aerei mediante il lancio di bombe, razzi o missili su obiettivi in superficie. Inizialmente affidato alle artiglierie, è oggi quasi esclusivamente compiuto con mezzi aerei e missilistici. Può essere classificato in base al tipo di mezzo impiegato (b. terrestre, navale, aereo, missilistico), allo scopo (b. strategico, tattico, di interdizione), alle modalità (b. a tappeto, in picchiata, a volo radente ecc.).
Il b. aereo è effettuato da alta quota, con lancio di bombe da velivoli in volo rettilineo e uniforme (di giorno in formazione stretta per una maggior difesa contro i caccia avversari, di notte in forma più diradata per offrire un bersaglio meno compatto alla contraerea); normalmente praticato fino alla fine della Seconda guerra mondiale, specie nel caso del b. a tappeto, oggi è da considerare del tutto superato, tanto a causa dei nuovi mezzi di offesa quanto di quelli di difesa. La disponibilità di missili con testate nucleari e il possibile impiego di ordigni nucleari di elevatissimo rapporto capacità distruttiva/massa ha infatti eliminato la necessità di ricorrere a formazioni pesanti così come la possibilità di utilizzare bombe capaci di raggiungere autonomamente il bersaglio ha eliminato la necessità per l’aeromobile di portarsi sulla verticale dell’obiettivo stesso. Inoltre, le capacità di scoperta e di puntamento dei radar accoppiate alle alte prestazioni di controllo, velocità e manovrabilità dei missili moderni non permettono ai bombardieri di usare senza gravi rischi lo spazio aereo soprastante il bersaglio. Per queste ragioni in un teatro operativo sofisticato una missione tipo di b. comprende: una tratta di avvicinamento ad alta quota, una tratta di penetrazione e una di scampo a bassa quota e, infine, la tratta di rientro ad alta quota. L’utilizzo di tecnologia stealth (➔), ritardando la scoperta dell’attaccante, può contribuire al successo delle missioni di bombardamento. Ove necessario, i velivoli possono essere riforniti, nelle tratte di volo in quota, da velivoli cisterna.
Aviazione da b. Specialità dell’aviazione militare equipaggiata e addestrata per svolgere missioni offensive di bombardamento. I velivoli da b. durante la Prima guerra mondiale fornivano prestazioni modeste per velocità (130-150 km/h), quota massima (3000 m), carico bellico (fino a 1000 kg), avevano un raggio d’azione assai limitato ed erano muniti di traguardi di puntamento molto rudimentali. Gli USA già nel 1934 impostarono il progetto per un velivolo capace di trasportare oltre 2000 kg di bombe alla velocità di 320 km/h per 5000 km: il velivolo, monoplano quadrimotore denominato B 17 ‘Fortezza volante’, nella sua evoluzione raggiunse la velocità massima di circa 500 km/h e una quota di tangenza di oltre 11.000 m; durante la Seconda guerra mondiale i B 17 sganciarono complessivamente sul solo teatro europeo oltre 640.000 t di bombe. Al B 17 si accompagnò il B 24 ‘Liberator’, di maggiore autonomia, che rimane il velivolo americano costruito nel maggior numero di esemplari (oltre 18.000). A essi fece seguito il B 29 ‘Superfortezza’ (v. fig.), il più grande velivolo impiegato nella Seconda guerra mondiale (43 m di apertura alare, carico bellico di 5000 kg a 5000 m di distanza e massa fino a 60.000 kg), primo aereo nella storia a trasportare ordigni nucleari.