Complesso delle attività relative alla progettazione, costruzione e impiego dei mezzi aerei. L’ a. civile comprende l’a. commerciale e l’a. generale. Per l’aviazione militare ➔ aeronautica.
È il complesso delle attività collegate al trasporto commerciale di passeggeri e merci. La sua fioritura ebbe inizio nei primi anni 1920 con la costituzione di piccole imprese, talvolta piloti isolati, che impiegavano aerei del periodo bellico e offrivano un servizio alquanto occasionale. Gradualmente, attraverso concentrazioni e fusioni, il trasporto aereo assunse una veste più razionale grazie soprattutto all’apporto dell’industria aeronautica, che cominciò a produrre nuovi velivoli progettati appositamente per il trasporto commerciale. La crescente attività di volo rese subito necessaria una regolamentazione e nacquero due organismi internazionali preposti allo scopo: la CINA (Commission Internationale de Navigation Aérienne), sostituita nel 1944 dall’International Civil Aviation Organization (➔ ICAO), e dalla International Air Traffic Association (➔ IATA). Negli stessi anni vennero fondate le principali compagnie aeree europee e statunitensi: la KLM (1919), la Sabena (1923), l’Imperial Airways (1924), da cui derivò la British Airways, l’Aeropostale (1925), da cui nacque (1935) l’Air France, la Lufthansa (1926), la Pan American (1927) e la TWA (1930). In un primo tempo fu la compagnia di bandiera tedesca ad attestarsi al vertice del trasporto aereo, ma dal 1929 in poi gli USA sono diventati il paese con il maggiore volume di traffico nel mondo. Anche in Italia, l’a. commerciale si sviluppò molto rapidamente, ma invece di concentrare l’attività di trasporto in una unica compagnia, questa si spezzettò in diverse società. Le formule costruttive più in voga per i velivoli di quegli anni erano il trimotore e il quadrimotore; grande diffusione ebbe l’idrovolante. Infatti la richiesta di aerei di sempre maggiori dimensioni, determinata dall’aumento del traffico, la limitata potenza e la scarsa affidabilità dei motori, consigliavano di sfruttare gli specchi d’acqua per il decollo e la discesa e di avere la possibilità di scendere sull’acqua lungo il percorso, in caso di guasti ai propulsori.
La rivoluzione venne dall’America nel 1935, con l’uscita del bimotore DC3 che ebbe un successo travolgente e cambiò letteralmente il volto del trasporto aereo commerciale. La Seconda guerra mondiale paralizzò il traffico aereo civile in Europa, ma dimostrò in campo militare le qualità e le possibilità del trasporto aereo. Le linee aeree ripresero e si moltiplicarono dalla fine della guerra, favorite dal dissesto dei porti e delle reti ferroviarie. All’inizio le compagnie utilizzarono prevalentemente aerei demilitarizzati, fra cui in grande misura il DC3; ma il mercato del trasporto commerciale prometteva di essere ricco e vi si lanciarono soprattutto le industrie statunitensi, forti della loro esperienza nella costruzione di migliaia di bombardieri a lungo raggio. La pressurizzazione dell’interno dei velivoli consentì di aumentare le quote di crociera, con guadagno di comfort per i passeggeri, velocità e risparmio di carburante. Ai colossi statunitensi Boeing, Douglas e Lockheed si contrapposero alcune produzioni inglesi e francesi le quali però, al di fuori dell’inglese Viscount (primo quadrimotore a turboelica, 1948) e del francese Caravelle (primo jet per il breve-medio raggio, 1955), sebbene tecnicamente innovative, ebbero un limitato successo commerciale.
Dagli anni 1960 e 1970, con l’avvento di aerei sempre più capaci e in particolare con l’entrata in servizio dei cosiddetti wide bodies (aerei a grande capacità), la rivoluzione portata dal trasporto aereo al modo di viaggiare è divenuta definitiva. L’aereo è entrato a far parte della routine quotidiana ed è uno strumento insostituibile di lavoro, mentre le industrie aeronautiche sono state chiamate a sviluppare diversi modelli di velivolo ottimizzati, per numero di posti e autonomia, accrescendo, dunque, i tipi di aereo prodotti. Di contro le compagnie, per contenere i costi di gestione e di manutenzione della propria flotta hanno costituito tra di loro dei raggruppamenti di manutenzione, suddividendosi le competenze e gli investimenti necessari per dotarsi della capacità di revisione dei diversi aerei wide bodies.
Quanto all’andamento del mercato del trasporto aereo, il traffico aereo è in continuo aumento anche se, ovviamente, con valori percentuali annui decrescenti. La crescita media annua durante il ventennio 1929-49 è stata costantemente del 30%, nel periodo 1949-69 si è mantenuta intorno al 14%, nella decade 1969-79 è risultata del 10%, per scendere poi intorno al 5-6% annuo. Con la generale ripresa dell’economia internazionale dopo la recessione verificatasi dalla metà degli anni 1970, nel decennio 1980-89 l’indice dei passeggeri•km è cresciuto del 65% e quello delle merci•km dell’80%, nonostante il nuovo rallentamento manifestatosi nel 1988. In seguito l’incidenza del costo del carburante, la libera concorrenzialità tariffaria (introdotta prima negli USA ed estesasi poi anche in Europa) e infine nuove norme di natura ecologica hanno costretto le compagnie aeree a ristrutturare le proprie flotte per migliorare sensibilmente la redditività dei voli, nel rispetto dei limiti fissati per l’antinquinamento, specie da rumore. Negli anni 1990, si è avuto un incremento nel trasporto passeggeri del 40%, nel trasporto merci del 55% e si è assistito a una progressiva liberalizzazione nel trasporto aereo che ha provocato una concorrenza sempre più aspra fra le compagnie, con conseguenti riduzioni di rotte e risparmio di personale. Tra il 2000 e il 2005, dopo una pausa seguita agli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, si è confermato lo stesso trend sia rispetto al traffico totale dei servizi commerciali sia rispetto alla competizione fra le compagnie.
Fenomeno relativamente recente è quello delle compagnie aeree low cost, che riescono a praticare tariffe molto competitive rispetto a quelle delle aviolinee tradizionali, eliminando la distribuzione di generi di conforto, aumentando il numero di posti disponibili, contraendo il personale destinato ai servizi a bordo e utilizzando scali aeroportuali meno frequentati. La flotta, tutta costituita da aerei dello stesso tipo per abbattere le spese di manutenzione e addestramento dei piloti, viene impegnata il più a lungo possibile. L’acquisto on-line o via telefono ha azzerato le commissioni di agenzia e i costi di emissione dei biglietti, sostituiti da e-mail o da codici di prenotazione. La prima compagnia a seguire questo modello fu, già negli anni 1970, la statunitense Southwest, cui a distanza di alcuni anni si ispirò la Ryan air, seguita poi da molte altre compagnie low cost.
È il complesso delle attività collegate agli aerei (per lo più con capacità di trasporto inferiore a 10 posti) di proprietà privata, individuale o di azienda, e di aeroclub. L’a. privata, pur conoscendo una discreta diffusione, specie negli USA dove esistono condizioni più favorevoli per il suo sviluppo, non ha avuto l’affermazione che molti avevano previsto all’inizio del 20° secolo. Nel secondo dopoguerra si sono affermati però i velivoli d’affari, che servono ai rapidi spostamenti dei dirigenti. Con la propulsione a reazione, autonomie a volte transatlantiche e una strumentazione che non ha nulla da invidiare a quella degli aerei di linea, gli aerei d’affari rappresentano il comparto più importante dell’a. generale. Moderata diffusione hanno avuto le altre attività, e cioè addestramento, turismo, sport, agricoltura, pubblicità ecc. Ai velivoli ad ala fissa si sono aggiunti gli elicotteri, dimostratisi particolarmente utili nel campo del trasporto di persone, ammalati o feriti, di valori e nel lavoro agricolo. Un particolare tipo di aereo esclusivamente di interesse sportivo è costituito dagli ultraleggeri, velivoli di basso costo di acquisto e di gestione, venduti anche in scatole di montaggio.