Il mantenere o ristabilire nella piena efficienza.
Si definisce azione di m. l’azione che consente al possessore di un immobile, di un diritto reale sopra un immobile ovvero di una universalità di cose mobili, di reagire a una molestia che incida sul suo possesso, di farla cessare per il presente e il futuro e di ristabilire così la situazione originaria (art. 1170 c.c.). Condizioni dell’azione sono il possesso e la turbativa del medesimo indipendentemente dai caratteri di violenza e clandestinità, che qualificano invece lo spoglio ai fini dell’azione in reintegrazione. Pone in essere molestie colui che, senza tendere a sostituire il proprio possesso all’altrui (come avviene nello spoglio), rende meno comodo e più difficile l’esercizio del possesso altrui, e colui che, mutando una situazione di fatto preesistente, altera le modalità di esercizio del possesso corrispondente. Esempi di molestie sono l’abbattimento di alberi posseduti da un altro e lasciati poi nel fondo del medesimo, il passaggio di persone, animali o macchine, ripetuto e non tollerato nel fondo altrui, posteggio di macchine non autorizzato nel cortile di proprietà altrui ecc.
Il problema della m. nelle realizzazioni dell’ingegneria è di primaria importanza sia nella fase di progettazione sia nella fase di esercizio. La necessità della m. deriva da diverse cause che, in ordine di importanza, sono: motivi di sicurezza, allorquando un cattivo funzionamento o un guasto possono mettere in pericolo l’incolumità di persone; importanza di mantenere un servizio (di comunicazione, di trasporti, di energia elettrica ecc.) o un ciclo di produzione; desiderio di mantenere in buono stato di conservazione talune parti di una costruzione (finiture di una casa, di un’automobile ecc.). È praticamente impossibile formulare una classificazione dei tipi di m., dipendendo questi dal genere della costruzione, dei materiali impiegati, dal modo di funzionamento ecc. Si può, in generale, suddividere la m. in ordinaria e straordinaria: è ordinaria o preventiva la m. effettuata periodicamente, a intervalli prestabiliti di tempo o dopo una assegnata durata di funzionamento (per es., sostituzione a scadenze fisse di lubrificanti e di certe parti di macchinari; rifacimento periodico di un manto stradale; controllo delle coperture di un edificio ecc.); è straordinaria o correttiva la m. effettuata a seguito di eventi non prevedibili o eccezionali (inondazioni, rottura di parti difettose ecc.). La m. ordinaria di un’apparecchiatura deve essere limitata a quel componente o a quei componenti, la cui vita media è sensibilmente minore della vita del prodotto stesso, e ciò perché il costo della m. è inferiore al danno causato dalla rottura del componente e dalla successiva riparazione. Durante l’esercizio di un impianto o di un macchinario può accadere che il progresso tecnico renda economicamente superato l’impianto o il macchinario stesso per il loro eccessivo costo di m.; per tal motivo si procede quindi al rifacimento dell’impianto e all’acquisto di nuove macchine anche quando le vecchie siano ancora tecnicamente valide.
Nell’ingegneria informatica, insieme di attività che vengono svolte sul software o sull’hardware per consentire che funzionino al meglio delle loro potenzialità. Mentre nel caso della m. hardware le attività si riconducono alle normali attività di manutenzione industriale dei macchinari, nel caso del software i processi di m. sono più complessi, non essendo la m. causata dal logoramento dei materiali, ma dalla necessità di correggere errori o di introdurre cambiamenti evolutivi rispetto all’impianto originale.