Antico mobile (detto anche arca) costituito da una cassa rettangolare con coperchio a cerniera; nell’arredamento trecentesco e fino al 17° sec. fu usato per riporre arredi, abiti, denari o altro e servì anche come sedile. In origine di altezza limitata, fece parte del mobilio della camera da letto, specialmente nel caso dei c. nuziali, nei quali la sposa portava il suo corredo, spesso con splendide decorazioni. Altissimo pregio artistico ebbero infatti i c. dipinti, scolpiti e intagliati in uso nel Quattrocento, decorati sulle facce con pannelli di importanti maestri; nel 16° sec. si accentuò il carattere architettonico del c., divenuto, nella forma detta a sepoltura o a sarcofago, un mobile di rappresentanza, sempre meno usato per l’originaria funzione d’uso.
C. di fondazione Struttura per lavori di fondazione in presenza di acqua. Un tipo è costituito da una scatola parallelepipeda (per lo più in cemento armato) chiusa sul fondo e aperta solo sul lato alto per consentirne il riempimento finale. Essa viene semplicemente appoggiata sul terreno di fondazione e quindi riempita di pietrame o di calcestruzzo (di questo tipo sono i c. galleggianti impiegati in talune costruzioni marittime: fabbricati fuori opera e poi rimorchiati e affondati in mare nel luogo prestabilito). In altri casi, quando il terreno non è superficialmente resistente, il c. deve penetrare in esso, per cui è sprovvisto di fondo e se ne rende tagliente il bordo inferiore. L’affondamento è ottenuto scavando all’interno e sopraelevando contemporaneamente le pareti del c. con sovrastanti murature ( c. autoaffondante). Quando le infiltrazioni d’acqua all’interno del c. diano luogo a difficoltà non diversamente superabili, anche in relazione alla profondità da raggiungere, la parte superiore del c. viene chiusa con un robusto solaio a pochi metri dal bordo, formando così una camera di lavoro, nella quale viene immessa aria compressa a una pressione lievemente superiore a quella idrostatica dell’acqua che circonda il cassone (v. fig.). A mano a mano che progredisce lo scavo e l’affondamento del c., sopra di questo si edifica la muratura di fondazione (il cui peso facilita l’affondamento), lasciandovi solo delle cavità (camini) in corrispondenza di appositi fori del cielo, per l’estrazione dei materiali di scavo e per il passaggio dei condotti comunicanti con le camere di equilibrio (entro cui passano gli operai che devono lavorare sul fondo). Quando il c. ha raggiunto la profondità prestabilita, si smontano le camere di equilibrio e si riempie di calcestruzzo il c. attraverso i camini.
È nota con il nome di malattia dei c. la sindrome che può colpire gli operai addetti alle lavorazioni con il sistema dei c., qualora la decompressione non venga eseguita con le cautele necessarie a impedire la liberazione di gas, principalmente di azoto, dai liquidi e dai tessuti organici e la conseguente formazione di emboli gassosi nei più diversi organi.