cretese-micenea, civiltà Denominazione corrente delle culture, per molti aspetti strettamente legate, di due antiche civiltà, in parte contemporanee, le quali fiorirono l’una nell’isola di Creta, l’altra nella Grecia preellenica. L’origine della civiltà cretese (detta anche minoica, da Minosse, mitico re di Creta) si fa risalire al Neo-eneolitico, la sua piena fioritura ai secoli 19°-15° a.C.; col declinare della civiltà cretese giunge invece al suo massimo rigoglio la corrispondente civiltà micenea del Peloponneso.
Basandosi su confronti cronologici con la civiltà egiziana, A. Evans distinse tre periodi della civiltà cretese: l’ antico, il medio e il tardo-minoico, ciascuno suddiviso ancora in tre altri periodi. Le ricerche successive hanno permesso ulteriori precisazioni e portato all’introduzione di una diversa nomenclatura: si parla di un periodo prepalaziale (anteriore cioè alla costruzione dei grandi palazzi), che corrisponde all’incirca alla seconda metà del 3° millennio a.C. o, secondo altri, agli inizi del 2° millennio; un periodo protopalaziale (corrispondente all’incirca al minoico medio di Evans), che giunge sin quasi alla metà del 16° sec.; un periodo del secondo palazzo, che giunge sino allo scorcio del 15° sec.; infine il minoico tardo III (che corrisponde, in Grecia, al miceneo), dalla fine del 15° sec. sino al termine della civiltà c. (12° sec. o, secondo altri, 11°).
La civiltà cretese si sviluppa intorno alle corti fastose dei re, i quali forse detenevano tutti i poteri religiosi e legislativi; accanto a quelli doveva esistere un numeroso corpo di funzionari amministrativi, con gradi e sigilli particolari; a capi militari era affidato l’esercito. La donna godeva di grande libertà. Industrie, officine artistiche, commercio, agricoltura prosperavano; erano sviluppate la caccia e la pesca; alle ottime comunicazioni interne si aggiungevano quelle marittime. La diffusione della cultura minoica al di fuori di Creta è stata testimoniata per la prima volta dagli scavi di Tera (Santorino): lussuose dimore con suppellettili e affreschi del medesimo livello qualitativo di quelli dei palazzi cretesi nel periodo del pieno rigoglio. Verso la fine del 15° sec. a.C. (o, secondo più recenti ipotesi, nel corso del 14° sec.) vanno in rovina i grandi palazzi cretesi; nel tardo-minoico III da Creta il centro vitale si sposta nella penisola greca, dove sotto l’influsso cretese erano sorti, nel 16° sec., i palazzi fortificati di Micene e Tirinto e le cittadelle di Pilo, Midea, Argo, Asine, Malthi, Zygùries, nel Peloponneso, e, fuori di esso, quelle di Atene, Gla, Orcomeno, Tebe. Questa civiltà si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo orientale durante i sec. 14° e 13°, ma i suoi prodotti arrivarono anche in Italia e in Spagna; decadde infine nel 12°-11° sec., forse a causa dell’invasione dorica.
Le popolazioni di Creta e del Peloponneso conobbero la scrittura almeno dal 2° millennio a.C. Al periodo della scrittura ‘geroglifica’ (in massima parte ideografica: 2000-1600 a.C. ca.), succede quello di una scrittura di segni sillabici (e ideogrammi), che rappresenta una semplificazione della precedente, la cosiddetta lineare (➔).