Tipo di costruzioni che, per le caratteristiche delle strutture e dei materiali impiegati, si presentano più idonee delle altre a resistere alle scosse telluriche e a limitarne gli effetti. Il criterio costruttivo più efficace per assicurare la resistenza alle scosse ondulatorie è quello di collegare le strutture verticali con le orizzontali in modo da formare una struttura monolitica (struttura intelaiata). Tale scopo si realizza bene con le strutture in cemento armato o metalliche, le prime preferibili alle seconde per la maggior resistenza che offrono al fuoco cui il terremoto dà talvolta origine (San Francisco, 1906; Tokyo, 1924). Altri importanti criteri costruttivi sono: l’eliminazione di spinte (nei tetti, nelle volte ecc.), la limitazione delle strutture in aggetto (cornicioni, balconi ecc.), la scelta di un terreno di fondazione idoneo (preferibili i terreni rocciosi); per contenere gli effetti di eventuali lesioni o crolli si limita l’altezza dei fabbricati, si fanno strade ampie, si aumentano gli intervalli tra i fabbricati, si proteggono o si isolano condutture, canne fumarie e simili. È molto importante scegliere, nella fase di progetto di un edificio da costruire in zona sismica, una pianta che presenti un’elevata resistenza alle azioni ondulatorie in tutte le direzioni, come per es. quelle stellari o simili.
Attualmente si tende a sostituire alla struttura intelaiata tradizionale formata da pilastri e travi, una struttura formata da travi-parete esterne e interne con diversi orientamenti, collegate direttamente coi solai a piastra. Nel calcolo delle costruzioni a., ai carichi ordinari (peso) e accidentali (per es., vento), vanno aggiunte forze orizzontali per tener conto delle accelerazioni sismiche. Alcuni sistemi si basano sulla possibilità di realizzare strutture capaci di modificare la propria deformabilità in relazione alla scossa sismica che le colpisce. Si tratta di interporre tra il terreno e la base d’appoggio della struttura un apparato deformabile in senso orizzontale, con deformabilità controllata da opportuni sistemi smorzanti. Questo apparato è, in genere, formato nel modo seguente: un sistema reticolare di travi di fondazione è appoggiato al terreno e su di esso insiste un reticolo simile con l’interposizione dell’apparecchio smorzante (il cosiddetto isolatore); esso è costituito da strati di gomma di elevata capacità portante alternati a lastre d’acciaio incollate agli strati; questi sono interrotti centralmente da uno smorzatore, in genere un nucleo costituito da metallo duttile o da altri materiali. Quando non è possibile ricorrere all’isolamento delle fondazioni (per es., negli edifici molto alti oppure in presenza di terreno d’appoggio troppo soffice) si possono progettare strutture aventi una duttilità capace di dissipare plasticamente l’energia conferita alla costruzione dalla scossa sismica attraverso le fondazioni. La dissipazione deve avvenire in punti previsti in fase di progetto tali da poter reggere grandi spostamenti relativi: essa è stata già sperimentata per ponti e viadotti. I dispositivi consistono essenzialmente in apparecchi di gomma, oleodinamici o d’acciaio: essi assorbono parte dell’energia trasmessa dal sisma e limitano l’escursione in campo plastico della struttura. In Italia questa tecnica è stata applicata nella costruzione di alcune scuole.