Formazione presente sulla superficie di quasi tutti i corpi del sistema solare (pianeti, satelliti) dotati di una crosta solida. Si possono distinguere c. da impatto (generati dall’urto di meteoriti) e c. vulcanici (di origine vulcanica). I primi sono, in generale, di gran lunga i più numerosi.
Su tutti i pianeti interni del sistema solare sono presenti i c. da impatto. La loro densità, che varia da pianeta a pianeta e, per uno stesso pianeta, da una regione all’altra, viene utilizzata per stabilire l’epoca in cui si sono formate le superfici planetarie. La datazione è fatta per confronto con la superficie lunare, per la quale i campioni di rocce, prelevati nelle missioni Apollo, hanno consentito di effettuare datazioni assolute. Le incertezze del metodo sono legate soprattutto all’assunzione che l’intensità della pioggia meteorica sui vari pianeti sia stata uguale a quella che ha investito la Luna. Sulla Terra, in particolare, numerose sono le caldere di origine vulcanica mentre rari sono i c. da impatto facilmente riconoscibili. Le tracce dell’intenso bombardamento meteorico che deve essersi abbattuto sulla Terra, così come sulla Luna, nei primi 800 milioni di anni della sua vita sono state completamente cancellate dai successivi sconvolgimenti geologici. Tuttavia, le indagini più recenti, che si avvalgono delle osservazioni dei satelliti artificiali, hanno portato all’identificazione di almeno una trentina di c. fossili assai antichi, generati da impatti avvenuti anche 1 o 2 miliardi di anni fa.
I pianeti esterni non posseggono superfici solide e, quindi, non hanno crateri. Numerosi c. da impatto, d’altra parte, sono stati osservati dalle sonde Voyager su vari satelliti di Giove, di Saturno e di Urano, dotati di una crosta ghiacciata. Ciò fa supporre che anche nelle regioni più esterne del sistema solare si sia verificato un bombardamento meteorico primordiale di intensità simile a quello che ha investito i pianeti interni.
Cavità generalmente imbutiforme e più o meno ampia, presente nei vulcani, che costituisce l’orifizio del condotto o camino. È definito c. centrale se occupa la sommità dell’edificio vulcanico, c. avventizio se si apre sui lati del cono centrale. Da un’attività caratterizzata da esplosioni, con sola emissione violenta di gas, si formano c. consistenti in cavità dai bordi debolmente rilevati. Quando all’esplosione si accompagna emissione di materiali solidi (ceneri, lapilli, pomici ecc.), il bordo del c. è sempre più elevato, fino alla costruzione di veri coni vulcanici; questi sono però sempre bassi, e la cavità craterica è proporzionalmente molto ampia. Dall’attività mista di esplosione e di emissione di lava risultano i coni vulcanici tipici, alti, con i versanti piuttosto ripidi, con la sommità occupata da un c. profondo, di non grande diametro. Quando è invece prevalente l’attività effusiva, la cavità craterica è costantemente empita da lava fusa, che trabocca dal punto più basso dell’orlo; in questo caso i versanti del vulcano saranno dolci o ripidi in relazione alla viscosità della lava. Un particolare tipo di c. è la caldera (➔).