Sporgenza elicoidale sul gambo della vite ( f. esterna) e solco elicoidale nella madrevite ( f. interna), che permettono l’accoppiamento dei due membri, i quali formano così una coppia elicoidale. In una sezione con un piano assiale (fig. 1) si individuano: il nocciolo (a), costituito dal gambo centrale cilindrico della zona filettata; il profilo, distinto in fianchi (b), cresta (c) e fondo (d); il passo (p), misurato in direzione dell’asse della f. tra punti corrispondenti di uno stesso filetto. La f. è semplice o multipla, secondo che le diverse spire appartengano a uno o più filetti distinti; è destra o sinistra a seconda che il triangolo o il trapezio, che si immagina generare il filetto con il suo moto elicoidale, ruoti secondo un’elica sinistrorsa o destrorsa; di conseguenza il verso di rotazione, che provoca l’avanzamento della vite nella madrevite, è orario o antiorario.
Le f. possono essere distinte a seconda della forma del profilo. Quelle a profilo triangolare hanno la caratteristica di rendere massimo l’attrito tra vite e madrevite e vengono quindi utilizzate per collegamenti fissi. Tra esse si possono ulteriormente distinguere, a seconda dell’angolo al vertice del triangolo isoscele sezione del filetto, e degli smussi e raccordi di testa o di piede, la f. metrica (fig. 2A), la f. Whitworth (fig. 2B), entrambe di impiego corrente, la f. Löwenherz (per apparecchi ottici e per strumenti), la f. Thury (per orologeria e meccanica di precisione), le americane f. SAE, ASME, ASPT (quest’ultima conica, per tubi). La f. gas è una f. Whitworth utilizzata principalmente per tubazioni; la f. trapezia (fig. 2C), con profilo a trapezio isoscele, è utilizzata, per la sua robustezza, per viti di manovra; la f. a dente di sega (fig. 2D) per viti di manovra soggette a sforzi notevoli. Tra le f. tonde, in cui il profilo è costituito da archi di cerchio, la più usata è la f. Edison per attacchi di lampade.
La f. delle viti per legno è una f. a profilo triangolare conico (fig. 3) con lo spazio compreso tra due filetti maggiore della larghezza del singolo filetto. Inoltre quest’ultimo non è simmetrico rispetto alla cresta, ma la parte inferiore è più inclinata della parte superiore per minimizzare il pericolo dell’autosvitamento.
Per la realizzazione delle f. viene impiegata la filettatrice: per le f. esterne si usano i tipi ad asportazione di truciolo e a deformazione; per le f. interne le maschiatrici.