gioventù Una delle età della vita umana, compresa tra l’adolescenza e la maturità.
Nelle società industriali moderne, i confini tra le varie età del ciclo di vita appaiono assai più sfumati e incerti che in passato; in particolare non si celebrano più ‘riti di passaggio’ volti a rappresentare simbolicamente l’ingresso nella società degli adulti. In generale, si può dire che un giovane o una giovane sono considerati adulti quando hanno varcato una serie di ‘soglie’: a) hanno concluso la parte più rilevante del loro percorso formativo; b) occupano una posizione relativamente stabile nella divisione sociale del lavoro; c) non vivono più nella casa dei genitori; d) si sono sposati; e) si assumono, con la maternità e la paternità, responsabilità nei confronti di una nuova generazione. Negli ultimi vent’anni del 20° sec. si sono verificati cambiamenti che hanno condotto, in primo luogo, a una tendenza a dilazionare ognuno dei ‘passaggi’ menzionati: si concludono gli studi a un’età più avanzata, si entra più tardi nel mondo del lavoro, si lascia più tardi l’abitazione dei genitori, ci si sposa e si diventa genitori molto più tardi che nei decenni precedenti. In secondo luogo, l’ordine con il quale queste soglie vengono superate non segue precise norme sociali. In terzo luogo, la distanza temporale fra i momenti in cui viene varcata la prima e l’ultima soglia tende a diventare sempre più estesa. L’estensione temporale dell’età giovanile cresce passando dai livelli economicamente più bassi a quelli più alti della scala sociale, ma l’allungamento dei processi formativi è comunque un fenomeno generalizzato, causato da diversi fattori concomitanti: da un lato, l’economia moderna produce una domanda di lavoro qualificato che richiede tempi lunghi di formazione; dall’altro lato, i giovani sono sollecitati a proseguire gli studi dall’aspettativa che questo garantisca loro maggiori opportunità di mobilità sociale; infine, l’istruzione e la cultura sono diventati valori che non possono più essere monopolizzati, come in passato, da ristrette cerchie sociali. Al prolungamento dei cicli formativi non fa riscontro, però, il rapido accesso a un ruolo lavorativo stabile: oltre al fenomeno della disoccupazione giovanile, infatti, le tendenze del mercato del lavoro nei paesi industrializzati presentano una crescita delle forme di occupazione precaria e irregolare. Lo stato di insicurezza circa il futuro che tali processi generano in ampie fasce della popolazione giovanile contribuisce a posticipare il distacco dalla famiglia d’origine e soprattutto la formazione di una nuova famiglia, con ripercussioni di carattere sociale e demografico.