Filosofo tedesco (Danzica 1863 - Heidelberg 1936). Esponente di spicco della scuola neokantiana che trovò a Heidelberg e nella Scuola del Baden il suo centro propulsore, sviluppò una filosofia il cui punto di partenza è la nozione di valore, presupposto di ogni conoscenza e di ogni realtà, contribuendo allo sviluppo del criticismo tedesco in senso anti-psicologistico.
Fu allievo di W. Windelband a Strasburgo, ove conseguì il dottorato nel 1888; prof. nell'univ. di Friburgo in Brisgovia dal 1894, nel 1916 fu chiamato a Heidelberg alla cattedra tenuta fino all'anno precedente dal suo maestro; socio straniero dei Lincei (1932).
Punto di partenza di R. è la nozione di valore alla base del neokantismo assiologico di Windelband, del quale cercò di fornire giustificazione in Der Gegestand der Erkenntnis (1892). I valori costituiscono per R. un regno autonomo: in quanto presupposti di ogni conoscenza e di ogni realtà, trascendono tanto il mondo psichico quanto quello fisico. Essi si pongono come un dover-essere trascendente rispetto al soggetto conoscente, e l'atto di giudicare, come aveva già notato Windelband, viene a configurarsi come un porre in relazione la realtà a un valore, inteso come norma rispetto a cui il giudizio acquisisce la sua legittimità. Nel System der Philosophie (1921) R. considerò come compito specifico della filosofia l'elaborazione di una teoria dei valori e ne operò una classificazione sistematica: i valori rientrerebbero nei dominî della logica (la verità), dell'estetica (la bellezza), della mistica (la santità impersonale), dell'erotica (la felicità), dell'etica (la moralità), della filosofia della religione (la santità personale). R. contribuì inoltre in modo originale anche al dibattito sul metodo delle scienze storiche tipico della filosofia tedesca tra la fine dell'Ottocento e gli inizî del Novecento. In Die Grenzen der naturwissenschaftlichen Begriffsbildung (1896-1902) nonché in Kulturwissenschaft und Naturwissenschaft (1899), che dovevano rivelarsi decisivi per la riflessione metodologica di M. Weber, fece propria la distinzione di Windelband tra scienze nomotetiche e scienze idiografiche, cioè individualizzanti, considerando la storiografia tra queste ultime e riaffermando il carattere metodologico e non ontologico di tale distinzione. La realtà è per R. unica, e diventa natura se considerata in relazione all'universale, storia se considerata in relazione al particolare e all'individuale. A causa della inesauribilità degli aspetti della realtà, il metodo storico comporta per R. un elemento di selettività che si basa sul riferimento ai valori (Wertbeziehung) da parte dello storico: non nel senso che lo storico esprima delle valutazioni, ma nel suo necessario riferirsi ai valori normativi e universali che da un lato orientano la ricerca e la conoscenza storica e dall'altro conferiscono senso all'agire umano che li realizza attraverso la storia.